GIUGNO
14

Diario dal Consiglio del 14 giugno 2025

Ufficio studi e segreteria del CSM, i nodi vengono al pettine

Il Plenum del 4 giugno ha approvato la graduatoria dei concorrenti risultati idonei alla selezione per l’ufficio studi e documentazione del CSM; sono stati così designati i nuovi componenti che andranno a integrare l’organico attuale. La settimana successiva è stato invece approvato il bando per la formazione della graduatoria per i membri della segreteria. Entrambe le procedure sono state adottate in attuazione della legge n. 71/2022, la riforma Cartabia che ha voluto l’ingresso anche di una componente laica, nella percentuale di un terzo, in queste articolazioni nodali del Consiglio: avvocati e professori o ricercatori universitari, nel primo caso, dirigenti amministrativi nel secondo.

La riforma (agli artt. 27 e 27 della legge n. 71, che hanno, rispettivamente, introdotto il comma 3-bis dell’art. 7-bis e modificato il comma 4 dell’art. 7 della legge n. 195/58) ha stabilito il limite massimo dei componenti complessivi – dodici per l’ufficio studi e diciotto per la segreteria – da assegnare nei limiti delle risorse finanziarie del Consiglio e fermo il rispetto della percentuale anzidetta.

Per l’ufficio studi erano pervenute 37 domande. Di queste, 8 sono state revocate (5 da parte di magistrati, 3 da parte di aspiranti laici, uno dei quali in realtà si è ritirato prima del colloquio) e 6 sono state dichiarate inammissibili (2 di magistrati e 4 di laici). Tra i restanti aspiranti ammessi alla selezione, 4 sono stati dichiarati inidonei. In definitiva, sono stati inseriti in graduatoria 19 concorrenti (14 magistrati e 5 laici), solo la metà degli iniziali richiedenti.

A questo dato già significativo si aggiunge quello per cui non tutte le posizioni bandite sono state coperte: delle due destinate a componenti laici per il settore costituzionale – amministrativo, infatti, una è risultata non attribuibile. Ma anche i concorrenti dichiarati idonei e inseriti utilmente in graduatoria hanno avuto mediamente (con qualche eccezione, sia chiaro) valutazioni tutt’altro che elevate, soprattutto da parte della Commissione tecnica, chiamata a valutare titoli ed esito del colloquio. 

Tutto ciò denota alcune distonie di fondo che avevamo segnalato fin dal momento dell’approvazione della delibera sull’interpello (si veda il nostro DIARIO del 16 novembre 2024 ).

Innanzi tutto, l’inclusione voluta dal legislatore di una componente non togata nell’ufficio studi e documentazione del CSM non si prospetta di facile realizzazione, in considerazione dell’apporto che è richiesto a questo organo in ambiti giuridici che, per quanto riconducibili alle materie tradizionali, quasi sempre implicano anche la padronanza dei fondamenti dell’ordinamento giudiziario; ciò, a tacere del fatto che la funzione di questo ufficio comporta anche una dimestichezza col lavoro di staff e le relazioni nell’Istituzione che non può essere acquisita in breve tempo, sicché la scelta originaria del Plenum – da noi criticata – di bandire subito tutti i posti disponibili (inserendo in un colpo solo dodici nuove risorse in aggiunta alle quattro attualmente presenti) rischia di comportare, se non squilibri nell’organizzazione e nelle prassi consolidate, quanto meno un periodo di transizione tanto più difficile da gestire quanto più siano le nuove risorse da inserire.

La distribuzione degli idonei nelle diverse materie è dipesa dal fabbisogno emerso in base alle attuali presenze e competenze prevalenti per settore di magistrati nell’ufficio. Sono stati, pertanto, selezionati a oggi i colleghi Luca Marzullo, per il civile, Deborah De Stefano, Tommaso Perrella ed Emanuela Maria Francini per il penale, l’avvocato Angelo Salvi per il civile e le professoresse Roberta Aprati e Lucia Anna Valvo, rispettivamente per i settori penale e amministrativo – costituzionale.

Gli incarichi hanno durata massima di sei anni. Per legge, le graduatorie resteranno valide per tre anni.

Sulla scorta di questa disciplina per la segreteria è stato indetto un interpello per la formazione delle graduatorie degli idonei, non essendovi ancora, al momento, la disponibilità finanziaria per una copertura che garantisca la proporzione del terzo tra le due componenti previste dalla riforma.

Si è rivelata ancora profetica la nostra previsione, espressa a suo tempo, dell’inopportunità di coprire integralmente l’organico massimo dell’ufficio studi per gli oneri economici che essa avrebbe comportato, con riflessi – che oggi purtroppo riscontriamo – sulla procedura successiva, che riguarda appunto la segreteria.

Il risultato di quella scelta, adottata nel novembre scorso a maggioranza dal Plenum, è che all’interpello deliberato l’11 giugno potrà seguire nell’immediatezza l’assegnazione alla segreteria di soli magistrati, anch’essi peraltro in un numero non integrale (per quanto sufficiente a potenziare l’ufficio), stante la necessità, derivata dal rispetto della proporzione del terzo, di provvedere, appena vi saranno le relative risorse, al reclutamento dei dirigenti amministrativi.      

Quest’ultimo accenno si apre a un’ulteriore riflessione critica, rivolta in questo caso alla soluzione normativa. L’inserimento nella segreteria di dirigenti amministrativi “provenienti da organi costituzionali e amministrazioni pubbliche con almeno otto anni di esperienza” propone due ordini ulteriori di problemi, oltre a quello di natura finanziaria.

Da un lato, non è detto – e l’esito della procedura per l’ufficio studi pare purtroppo avallare la preoccupazione – che personale privo di qualsiasi esperienza nella giurisdizione sia in grado, quanto meno entro un tempo ragionevole, di adeguarsi all’alto livello professionale attualmente garantito dai magistrati segretari, che forniscono un ausilio fondamentale ai consiglieri e garantiscono il raccordo tra l’attività delle commissioni e quella dell’adunanza plenaria.

D’altro canto, la riforma non si è preoccupata della difficoltà, di portata amministrativo-sindacale, legata all’integrazione dei nuovi funzionari nel ruolo del personale consiliare, il quale, per regolamento, non contempla figure dirigenziali. Si tratta di un nodo in più da affrontare, che peserà sul delicato assetto consiliare. Va ricordato che collegata all’autonomia del CSM è anche l’autonomia dei suoi dipendenti, il cui rapporto lavorativo non è soggetto alle regole della contrattazione collettiva del comparto dello Stato o di altre pubbliche amministrazioni. Occorrerà salvaguardare questa garanzia anche in coincidenza col reclutamento dei nuovi dirigenti amministrativi.

Anche per la selezione dei componenti della segreteria – così come avvenuto per l’ufficio studi – ruolo fondamentale sarà rivestito dalla commissione tecnica, nominata, secondo quanto prescritto ex lege, dal comitato di presidenza. Essa è formata da due magistrati di legittimità e da tre professori ordinari in materie giuridiche. E’ di tutta evidenza la delicatezza affidata nel disegno riformatore alla funzione della commissione e, prima ancora, al comitato di presidenza.  

In base alla delibera approvata l’11 giugno, le domande di disponibilità a essere inseriti nelle graduatorie per la segreteria del Consiglio vanno presentate, tra il 16 giugno e le ore 17 del 21 luglio 2025, a pena d’inammissibilità a mezzo pec all’indirizzo protocollo.csm@giustiziacert.it. Entro lo stesso termine deve essere inviata presso la Sede del Consiglio la documentazione a corredo della domanda.

Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello

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