

Diario dal Consiglio del 24 maggio 2025
Organizzazione delle procure: adelante... con juicio
Nell’ordine del giorno delle pratiche provenienti da seduta precedente del Plenum del 21 maggio erano inserite tre proposte di delibera di Settima commissione aventi ad oggetto provvedimenti di varia natura adottati in uffici requirenti.
Nella seduta precedente Procuratore Generale ne aveva chiesto la trattazione secondo le forme ordinarie, in quanto relative all’applicazione della nuova circolare sulla organizzazione degli uffici di procura e, in particolare delle norme passibili di modifica nei lavori attuali di commissione; vi erano perciò ragioni di opportunità per procedere ad un confronto in Plenum su queste delibere; ciò non escludeva la valutazione dell’esito del confronto con tutti i procuratori della Repubblica, che la commissione stessa aveva già fissato per il 19 maggio.
Le disposizioni oggetto delle proposte di modifica organizzativa riguardavano essenzialmente: l’art. 13 della circolare, in tema di variazioni ordinarie e immediatamente esecutive (di particolare rilievo la questione relativa alla immediata esecutività e la possibilità di reintrodurre la categoria dei provvedimenti attuativi); l’art. 15, relativo ai criteri di assegnazione dei procedimenti, con particolare riferimento alle assegnazioni e/o coassegnazioni in deroga (con le problematiche inerenti alle possibili esigenze di riservatezza o segretezza delle indagini); l’art. 16 in tema di ridistribuzione di procedimenti (il tema è quello di evitare eccessivi periodi di stallo delle indagini, tali da pregiudicarne il buon andamento).
Il Plenum ha condiviso la richiesta della Settima commissione di ritorno in istruttoria delle tre proposte, proprio in considerazione della verosimile imminente modifica degli articoli menzionati.
E’ noto che la nuova circolare sull’organizzazione degli uffici requirenti ha innovato sensibilmente la disciplina previgente, allineando la procedura di approvazione dei progetti organizzativi delle procure a quella delle tabelle degli uffici giudicanti; ed è vero che, se la responsabilità decisionale del procuratore della Repubblica è rimasta immutata, essa debba però ormai estrinsecarsi, ci sia perdonata la sintesi, all’interno di un progetto nel quale confluiscono numerosi apporti di conoscenza e forme di controllo, anche di tipo conformativo.
Non va dimenticato che la circolare, approvata attraverso un percorso procedimentale partecipato, nel quale hanno assunto la veste di interlocutori privilegiati i procuratori della Repubblica e i sostituti, ha comportato e sta comportando un notevole sforzo interpretativo in sede di attuazione da parte degli uffici e da parte della Settima commissione (quindi del CSM). Nel corso di questa attività sono emergono profili di possibili criticità di alcune disposizioni, che andranno verosimilmente cambiate.
Da tempo la commissione (dopo avere già esaminato decine di provvedimenti organizzativi) ha intrapreso uno studio di eventuali interventi modificativi di disposizioni specifiche della circolare; essa, nel solco del carattere partecipato che ha caratterizzato la fase di prima scrittura, aveva fissato un incontro con i dirigenti delle procure finalizzato a raccogliere ogni contributo utile allo scopo.
L’originaria riunione, fissata per il 13 maggio, è stata poi rinviata al successivo 19 maggio per un esame approfondito del corposo documento trasmesso dai procuratori distrettuali e dal procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, inviato al Comitato di Presidenza e poi pervenuto alla segreteria della Settima commissione. Nel documento si sono sottoposte al Consiglio alcune osservazioni che, “…per un verso sono il portato della concreta esperienza sul campo – che ha evidenziato criticità che si riflettono negativamente sulla funzionalità degli uffici…” e che, per altro verso, si pongono come riflessione meditata sulla corretta interpretazione da riservare alla riforma Cartabia.
Nel corso dell’incontro del 19 maggio, presente anche il Procuratore Generale, sono stati avanzati importanti spunti di riflessione, che saranno al più presto attentamente vagliati in commissione.
In tale quadro fattuale, va ribadito che l’impianto di fondo della circolare non può essere rivisto: le modifiche apportate all’art.1 d. lgs. n. 106/2006, co. 7, e all’art. 7-bis dell’ordinamento giudiziario (RD n. 12 /1941) introducono un procedimento di formazione e approvazione del documento organizzativo della procura improntato con nettezza al paradigma tabellare concepito per gli uffici giudicanti, che prevede quindi la partecipazione attiva dei sostituti. Da ciò derivano l’attribuzione al CSM del compito di definire i principi conformativi del potere organizzativo del procuratore e la predisposizione di modelli uniformi e standardizzati per la redazione del progetto organizzativo degli uffici.
Ugualmente chiara la riforma risulta nella parte in cui prevede che le modifiche al progetto organizzativo – il cui contenuto essenziale è analiticamente fissato dall’art. 1, co. 6, d. lgs. 106/2006 – vadano apportate con le stesse modalità dettate per l’adozione del progetto organizzativo (dunque col coinvolgimento, in particolare, del dirigente dell’ufficio giudicante corrispondente e del presidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati).
Ogni modifica della circolare non potrà, pertanto, che rimanere nel solco di quell’impostazione. Si tratterà, dunque, di coordinare al meglio tali innovativi principi con le esigenze, proprie degli uffici requirenti, di tempestività, completezza, efficienza e segretezza delle indagini.
Abbiamo espresso con chiarezza questa posizione nell’incontro tenutosi lo scorso 14 maggio fra noi consiglieri del CSM e i nuovi eletti nei Consigli giudiziari, organizzato dal coordinamento e dalla sezione napoletana di AreaDG. È stato un evento stimolante, dove abbiamo posto le basi per un dialogo costante nel circuito del governo autonomo che speriamo possa dipanarsi attraverso un coinvolgimento crescente di tanti colleghi. Nell’occasione abbiamo evidenziato quanto importante sarà il ruolo affidato ai nuovi Consigli giudiziari chiamati a confrontarsi per primi con una normativa primaria e regolamentare del tutto nuova; quanto importante potrà essere per l’autogoverno locale e centrale una riflessione approfondita sul nuovo assetto e sulle disposizioni che in maniera più netta pongono una cesura con la disciplina passata.
Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello