

Diario dal Consiglio del 5 luglio 2025
Dal bando di secondo grado segnali e tendenze
Il 18 giugno scorso il CSM ha deliberato i trasferimenti nei posti vacanti degli uffici di secondo grado pubblicati il 15 maggio. Si è trattato di 65 posti, di cui 12 da sostituto procuratore generale presso le corti d’appello e gli altri giudicanti.
La pubblicazione di questo interpello non era affatto scontata, poiché si è dovuta inserire tra i bandi per i concorsi dei magistrati ordinari in tirocinio: quello che ha dichiarato idonei 578 i m.o.t., nominati con DM 22.10.2024 e che il 27 maggio scorso hanno scelto gli uffici di destinazione; quello da 400 posti che, con DM 4.4.2025, ha portato alla nomina di 360 m.o.t., i quali a dicembre 2025 inizieranno il periodo in mirato).
L’assegnazione delle sedi ai due gruppi di nuovi magistrati comporta la pubblicazione preventiva di due “bollettoni” di primo grado. La prima, infatti, è avvenuta a fine dicembre scorso e ha riguardato 511 posti (cfr. DIARIO del 21 dicembre 2024): una maxi operazione di mobilità funzionale rapportata anche alla dimensione del più grande reclutamento di magistrati degli ultimi decenni. La seconda pubblicazione di posti di primo grado avverrà il 16 luglio: riguarderà non meno di 335 posti, con un termine finale di presentazione delle domande fissato verosimilmente l’8 settembre e scadenza per depositare eventuali revoche entro pochi giorni dopo.
Per inciso, attualmente sono in corso anche le selezioni per i posti di legittimità (il 9 luglio si va in Plenum con le proposte per i giudicanti civile e penale; entro fine mese quelle per la procura generale presso la Cassazione), per il Massimario, per i procuratori europei delegati presso la Cassazione, nonché per professori e avvocati con meriti insigni, ex art. 106, terzo comma della Costituzione. Tutti questi ultimi concorsi verranno portati a termine entro l’inizio dell’autunno prossimo.
Pende anche la procedura di selezione dei componenti della segreteria del Consiglio secondo le nuove regole disposte dalla legge 71/2022; è stata appena definita, invece, la selezione degli addetti all’ufficio studi e documentazione (cfr. DIARIO del 14 giugno 2025).
L’inserimento dell’interpello per i tramutamenti nelle corti di appello e nelle procure generali è stato compiuto con tempi ristretti per conservare una cadenza per quanto possibile razionale nei flussi delle risorse che muovono dall’accesso per giungere agli uffici di secondo grado. La complessità delle procedure per la legittimità, che prevedono per legge l’intervento della commissione tecnica di valutazione dei titoli, non permette a oggi d’innestare anche la Cassazione in questo circuito.
Il mantenimento di una simile cadenza, nell’accavallarsi di concorsi per m.o.t. per un numero rilevante di posti, determina in questa fase storica una sovrapposizione di procedure, la quale complica inevitabilmente il lavoro delle strutture di (Terza) commissione e comporta soprattutto l’analisi di una pluralità di domande pervenute dallo stesso magistrato; di qui l’interferenza tra procedimenti che non aiuta la celerità della loro definizione.
Gli esiti dell’interpello per il secondo grado sono stati caratterizzati da una novità allarmante: ben 21 posti non sono stati assegnati per mancanza di aspiranti (o di aspiranti legittimati), tutti tra quelli banditi nelle corti d’appello. Ciò significa che quasi la metà degli interpelli per i giudicanti sono andati deserti.
Si consolida perciò la scarsa appetibilità dei posti in appello che già si era affacciata nei precedenti concorsi e che in questo è risultato esteso anche a sedi (Genova o Milano) in passato ambite. La tendenza in atto sino al 2024 era di una scarsa attrattività degli uffici meridionali: dei dieci col maggiore numero di posti rimasti senza aspiranti nel decennio 2014-23, nove erano collocati nel sud dell’Italia; si trattava in prevalenza di uffici di piccole dimensioni.
La nuova tendenza che emerge dal 2024 è l’estensione del fenomeno alle corti d’appello settentrionali (Brescia, Torino, Venezia e, come detto, Genova e Milano) in aggiunta ad alcune meridionali (Lecce e Palermo). Per una volta la mancanza di aspiranti non ha riguardato invece la corte di Reggio Calabria, che è stata peraltro ritenuta, a causa dei precedenti, ufficio a copertura urgente ai sensi dell’art. 10 della circolare sui tramutamenti (n. 13778 del 24 luglio 2014 e succ. mod.).
È verosimile che tale fenomeno vada ricondotto ai ritmi di lavoro imposti dall’accresciuta produttività dei tribunali. I “colli di bottiglia” del sistema giurisdizionale – secondo una definizione invalsa delle corti di appello – sono luoghi compressi sempre più tra l’incudine di obiettivi proibitivi nella stagione delle continue riforme normative e il martello dell’elevata qualità richiesta dal giudice di legittimità. La disaffezione per l’appello è del resto testimoniata dai pensionamenti sempre più precoci.
Un allarme in tal senso è stato sollevato dai presidenti stessi delle corti, i quali hanno anche chiesto al Consiglio di approntare misure che rendano più attrattivo l’accesso ai loro uffici: ad esempio, una maggiore rilevanza delle funzioni di secondo grado per il transito successivo in cassazione; l’estensione del meccanismo dell’art. 16, lett. a) e b), del t.u. sulla dirigenza giudiziaria (cioè la valenza selettiva delle funzioni di secondo grado per aspirare agli uffici semidirettivi dello stesso grado) a funzioni ulteriori.
Si tratta di misure non da tutti condivise, rispetto alle quali occorrerà ancora una volta il confronto più ampio possibile, che si misuri con le tendenze in atto e con quelle prevedibili su tutto il territorio nazionale.
Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello