Proposta

DDL BONAFEDE
gennaio 2020

L’articolato faceva parte di un Disegno di Legge “recante deleghe al Governo per l’efficienza del processo penale, per la riforma complessiva dell’Ordinamento Giudiziario e della disciplina su eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati nonché disposizioni sulla costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura”. Le proposte di modifica alla legge elettorale del CSM sono contenute negli artt. 20 e ss.

I capi relativi alla riforma dell’ordinamento giudiziario e alla costituzione e al funzionamento del CSM sono stati stralciati e non sono mai stati presentati al Consiglio dei ministri.

Scheda

Caratteristiche

  • Innalzamento a 20 del numero dei membri togati eletti al CSM;
  • suddivisione del territorio in 17 collegi ordinari, cui si aggiungono 2 ulteriori collegi: uno per i magistrati appartenenti alle corti superiori e uno per i magistrati fuori ruolo, dell’ufficio del massimario e delle direzioni nazionali;
  • l’elettore esprime fino a tre preferenze (se più di una, di genere diverso); l’ordine nel quale vengono messe le preferenze rileva in caso di ballottaggio;
  • nel collegio viene eletto il candidato che ha ottenuto almeno il 65% dei voti di preferenza;
  • se nessun candidato ha ottenuto al primo turno la maggioranza prescritta si procede al ballottaggio tra i due candidati che al primo turno hanno ottenuto il maggior numero di voti;
  • nel collegio per i magistrati appartenenti alle corti superiori, invece, viene eletto al primo turno il candidato che ha ottenuto la maggioranza dei voti; al secondo turno, il candidato che nel ballottaggio ha ottenuto il maggior numero di voti.

Vantaggi

  1. Riavvicina i candidati agli elettori mediante la creazione di piccoli collegi;
  2. evita che la maggioranza degli eletti provenga da pochi territori.

Svantaggi

  1. La previsione di collegi uninominali potenzia il peso dei gruppi e, soprattutto, del gruppo più forte;
  2. la previsione di un eventuale ballottaggio favorisce gli accordi tra correnti;
  3. la preferenza multipla potrebbe determinare accordi e “scambi di voti” tra candidati e tra gruppi;
  4. la suddivisione del corpo elettorale in collegi di dimensioni assai ridotte crea un legame troppo forte tra l’eletto e il territorio e favorisce le cd. “clientele territoriali”;
  5. gli eletti della Cassazione sono scelti dai magistrati della Corte; ciò riproduce la vecchia e (fortunatamente) superata distinzione tra magistrature superiori e inferiori; sottrae ai giudici di merito (che ogni giorno misurano le ricadute del lavoro della Cassazione) la scelta dei Consiglieri superiori provenienti dalla magistratura di legittimità e ai giudici di legittimità la scelta dei Consiglieri provenienti dalla magistratura di merito (le cui decisioni sono preposti a valutare);
  6. il collegio che comprende i magistrati fuori ruolo, dell’ufficio del massimario e delle direzioni nazionali è composto in maggioranza dai magistrati fuori ruolo (scelti per lo più dalla politica per designazione diretta) il compito di eleggere uno dei consiglieri del CSM è dunque affidato ad una maggioranza di magistrati designati dalla politica;
  7. la formazione dei collegi, affidata di volta in volta a un decreto ministeriale, consente che i collegi siano composti in modo tale da favorire questo o quel candidato.

Obiettivi da perseguire

Assicurare la qualità professionale e morale nonché l’autorevolezza dei candidati e degli eletti
L’obiettivo non è raggiunto

Il numero di tre preferenze favorisce il voto organizzato e gli accordi tra gruppi; sfavorisce invece le candidature indipendenti. Inoltre, gli eletti della Corte di cassazione sono scelti solo dai magistrati della Corte e i magistrati di legittimità non concorrono alla scelta dei magistrati di merito.

Evitare la concentrazione degli eletti in pochi grandi centri
L’obiettivo è raggiunto

La parcellizzazione del voto però è forse eccessiva. Inoltre, la formazione dei collegi dovrebbe essere compiuta in linea generale ed astratta, non essere affidata di volta in volta a un decreto ministeriale (scelta che fa sorgere seri dubbi di costituzionalità).

Riavvicinare i magistrati all’autogoverno
L’obiettivo è raggiunto in parte

Il numero di preferenze favorisce le correnti a discapito di singoli candidati indipendenti. Inoltre, la previsione di un collegio composto in maggioranza da magistrati fuori ruolo, non eleggibili, consente la scelta di un consigliere da parte di elettori per lo più selezionati dalla politica per chiamata diretta.

Garantire la rappresentanza di genere
L’obiettivo non è raggiunto

Si facilita la rappresentanza di genere attraverso la preferenza differenziata, ma le preferenze sono tre (dunque due dello stesso genere). Non sono previste quote di risultato nel riparto dei seggi

Assicurare che il Consiglio sia rappresentativo del pluralismo di idee che caratterizza la magistratura
L’obiettivo non è raggiunto

Sono favoriti gli accordi tra le correnti e, quindi, il “correntismo”, non è favorita la contrapposizione democratica tra gruppi rappresentativi di idee.

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