Elezioni ANM

Credibili nell’impegno e nei fatti

Abbiamo fatto sindacato conservando all’ANM l’autorevolezza di un’associazione portatrice di valori ideali e di sensibilità istituzionale, nella piena trasparenza e correttezza delle relazioni, con il dovuto distacco nei rapporti con ogni interlocutore

Il rilancio della funzione sindacale dell’ANM era tra i punti centrali del programma di AreaDG per il CDC 2016-2020. A quadriennio concluso, il CDC lascia l’eredità di un ufficio sindacale diventato organo statutario dell’ANM e, soprattutto, strumento indispensabile e affidabile per i magistrati.

Forse non dovremmo parlare di un “unico” CDC per questo tormentato periodo, perché non possiamo dimenticare le vicissitudini che ne hanno contrassegnato la composizione. Dei trentasei eletti ad aprile 2016, quindici soltanto sono oggi ancora in carica; dei quattro gruppi iniziali, sono rimasti in tre, a causa dell’abbandono di Magistratura indipendente, protagonista di una scelta a dir poco lacerante.

L’ufficio sindacale, costituito il 13.4.2016, ha ricalcato quella vicenda. Dei quattro suoi componenti di allora, soltanto uno è rimasto e ha portato a termine il proprio compito per tutti i 54 mesi della sua durata: è il componente espresso da AreaDG. Già questo fatto basterebbe ad attestare la costante determinazione con cui, anche nell’attività sindacale, abbiamo tenuto fede all’impegno assunto quattro anni fa davanti ai nostri elettori e a tutti i magistrati. Sul fronte della tutela dei colleghi AreaDG ha investito risorse e creatività, per raggiungere risultati che erano stati prefissati: fare sorgere uno stabile ‘sportello’ al quale i magistrati possano rivolgersi in ogni momento, per avere risposte pronte e affidabili per i loro bisogni quotidiani, come singoli e come categoria.

Ciò che è stato fatto dall’ufficio sindacale è sotto gli occhi di tutti. Pensiamo al servizio di risposta celere ai quesiti dei magistrati (950 ne sono stati evasi da maggio 2016, cioè più di 210 l’anno, uno ogni giorno e mezzo); all’esame di quasi 3.000 posizioni di colleghi interessati dal massimale contributivo; alle riunioni bimestrali del tavolo tecnico con Ministero della giustizia, INPS e MEF. Concependo soluzioni concrete e rapide, adottando interpretazioni e prassi condivise, velocizzando le pratiche stipendiali e pensionistiche si è arrivati finalmente a restituire (senza applicazione di prescrizione!) a quasi tutti gli aventi diritto, quanto era stato loro trattenuto indebitamente in anni passati. E sono in corso di verifica le posizioni residue.

Ecco tre esempi tra i più significativi dei risultati conseguiti dall’ufficio sindacale.

La casistica è peraltro ampissima: la redazione di vademecum su alcuni temi lavorativi, consultabili sul sito dell’ANM; l’interpello di tremila magistrati sulle nostre condizioni di lavoro, che ha condotto alla denuncia pubblica, ripetuta e documentata, dello stato dell’edilizia e delle risorse per la giustizia nonché alle richieste al Guardasigilli d’interventi minimali per la difesa della salute e dell’incolumità degli operatori giudiziari; le sedute del comitato intermagistrature per l’adozione, da parte dell’Istat, di un indirizzo uniforme nel calcolo della media dell’incremento nelle retribuzioni del pubblico impiego finalizzato a determinare il valore dello scatto triennale per i nostri stipendi; le convenzioni con soggetti privati; le trattative per nuove offerte nelle polizze sanitaria e professionale; l’assistenza ai colleghi nella scelta del regime pensionistico; la battaglia sul fronte giudiziario e parlamentare contro l’ingiusto taglio dell’indennità giudiziaria in caso di malattia e inabilità e lo studio di soluzioni da praticare in via alternativa; l’iniziativa legale contro il blocco della perequazione automatica delle pensioni.

Non possiamo poi dimenticare la norma sull’esclusione opzionale dal massimale contributivo (art. 21 DL n. 4/2019), frutto dell’instancabile opera di sottolineatura del complicato futuro pensionistico dei magistrati più giovani.

L’azione dell’ufficio sindacale si è diretta ai colleghi delle nuove generazioni in modo particolare. Gran parte dei quesiti sono arrivati da loro, per questioni di genitorialità, di tutela verso le scelte organizzative dei dirigenti, di trasferimenti, di gestione del carico di lavoro, di percorsi indirizzati al loro futuro pensionistico.

Di tutte queste attività si è fornita ai colleghi un’informazione periodica. Perché nella nostra idea l’ufficio sindacale è un servizio dell’ANM per i magistrati e perché non può esservi sindacato senza una coscienza collettiva dei suoi aderenti. È nostra convinzione, infatti, che l’azione sindacale dell’ANM non possa risolversi solo nell’assistenza pratica e morale ai bisogni individuali del singolo, ma che essa debba svolgersi in un’ottica d’interesse generale per l’intera categoria.

Essere magistrati implica tutela d’una dignità professionale pari all’altezza della funzione, non disgiunta dalla piena consapevolezza dei propri diritti; e comporta anche il prezzo di dover bilanciare ogni rivendicazione con l’indipendenza del singolo e del corpo intero della magistratura. Abbiamo fatto sindacato conservando all’ANM l’autorevolezza di un’associazione portatrice di valori ideali, di sensibilità istituzionale, nella piena trasparenza e correttezza delle relazioni personali e istituzionali, e con il dovuto distacco nei rapporti con ogni interlocutore, fosse esso un rappresentante del Governo o l’esponente di un’impresa privata.

Leggiamo nei programmi diffusi in questi giorni da altri gruppi o da singoli candidati proclami diretti allo stravolgimento degli attuali assetti retributivi e pensionistici dei magistrati, impegni a garantire un futuro radioso per il nostro benessere organizzativo. Potremmo chiedere a quei gruppi dove erano in tutti questi anni, quando pure avrebbero potuto affiancarci nel quotidiano lavoro di costruzione della nuova identità sindacale dell’ANM, nell’assistenza alle richieste dei colleghi, nel viaggio all’interno dei palazzi di giustizia o presso gli uffici ministeriali e dell’INPS.

Noi prospettiamo, piuttosto, ai magistrati che in questo quadriennio abbiamo posto le basi per uno sviluppo definitivo dell’associazionismo sindacale, uniti sotto la bandiera dell’ANM. Perché solo un’Associazione unita intorno ai valori che sono corollari dell’autonomia e dell’indipendenza potrà essere sindacato forte e autorevole.

Siamo stati al servizio dei colleghi dal primo all’ultimo giorno e lo saremo anche nel CDC che verrà.

15 ottobre 2020