Comunicato

Ancora ambiguità sulla magistratura onoraria

Confermiamo il nostro impegno a fianco dei magistrati onorari la cui situazione, di proroga in proroga, è diventata insostenibile

Fonti di stampa riferiscono che il Ministro della Giustizia, On. Alfonso Bonafede, il 20 novembre scorso, rispondendo ad una interrogazione parlamentare, avrebbe affermato che l’esistenza della magistratura onoraria “è legata alla finalità di contenere il numero dei togati, pena la perdita di prestigio e la riduzione della retribuzione della magistratura professionale”. Se rispondesse al vero, questa dichiarazione denoterebbe una preoccupante mancanza di conoscenza della situazione in cui versa la giustizia, delle cause della sua cronica inefficienza e della conseguente difficoltà a porvi riparo. Lo stato attuale della magistratura onoraria, alla quale si deve tributare, finalmente, un concreto riconoscimento da parte del Governo, trae la sua origine dal progressivo accrescimento del contenzioso, mai accompagnato dai necessari ampliamenti di organico della magistratura professionale.

Decenni di riforme della giustizia a “costo zero” hanno reso necessario il reclutamento veloce di risorse, offerte dalla magistratura onoraria, che si argomentava sarebbero state impiegate temporaneamente, nella consapevolezza che i problemi del sovraccarico della giustizia non sarebbero comunque stati affrontati in modo strutturale. Di proroga in proroga, la situazione della magistratura onoraria è divenuta insostenibile per la sempiterna precarietà, per l’inadeguatezza dei compensi e per la mancanza di qualsiasi trattamento previdenziale e pensionistico.

AreaDG, con convinzione ed impegno, all’interno dell’ANM ed anche autonomamente rispetto ad essa, si è impegnata, al fianco della magistratura onoraria, perché questa situazione non più tollerabile venga al più presto rimossa. Perciò conferma e ribadisce la propria vicinanza alla magistratura onoraria a fronte di queste affermazioni del Ministro che, lungi dal dimostrare un positivo approccio al problema, mirano ad alimentare l’idea di un insussistente conflitto e di una contrapposizione di interessi corporativi tra le diverse professionalità impegnate nella giurisdizione.

1° dicembre 2020