DICEMBRE
21

Diario dal Consiglio del 21 dicembre 2018

Ultimo Diario dell’anno.

Tre mesi di consiliatura “volati” in un ritmo di lavoro serrato sulla spinta di una coesione interna – tra noi e tutta la struttura che a vario titolo ci accompagna – sempre più salda.  

L’ultimo Plenum dell’anno si accende con la discussione del parere sul disegno di legge in materia di prescrizione e di corruzione.

In apertura dell’assemblea plenaria, tuttavia, abbiamo sentito l’urgenza di intervenire sulla vicenda innescata dal commento sulla sentenza di assoluzione pronunciata dal Tribunale di Lucca che il Ministro dell’Interno ha inteso consegnare nuovamente ad un post su twitter: “evidentemente aggredire e lanciare sassi per qualcuno non è reato. Evviva la giustizia italiana, io tiro dritto!”. Giuseppe, ricordando che il Tribunale ha assolto, su conforme richiesta della Procura Repubblica, 26 imputati accusati di alcuni reati che sarebbero stati commessi nel 2015 in occasione di una manifestazione di protesta nei confronti dell'allora Segretario della Lega, attuale Ministro dell'Interno, ha sottolineato come da poco si fosse già discusso in Plenum delle conseguenze che un uso poco accorto dei social può produrre sulla correttezza dei rapporti istituzionali e sulla credibilità stessa di istituzioni di garanzia quale è la magistratura, che, infatti, in questo caso è stata aggredita in modo scomposto ed inaccettabile da molti commenti seguiti al post citato: “Ci sono magistrati che sono più delinquenti di chi dovrebbero giudicare, si arrogano pure il diritto di andare contro le leggi del parlamento, allora noi possiamo tirare sassi a questi giudici tanto non è reato e non siamo puniti”; “annotare il nome del giudice e fare altrettanto vediamo se assolve”; “una sola risposta organizzare una sassaiola contro il giudice e il pm tanto loro dicono che non è reato”.

Premesso che il tenore di questi commenti e le minacce gravi che contengono non sono ascrivibili al Ministro dell'Interno, abbiamo, tuttavia, voluto sottolineare quanto sia importante riflettere seriamente sui rischi che questo genere di approccio alla comunicazione politica da parte di rappresentanti delle Istituzioni comporta per i diritti fondamentali dei cittadini e per la tenuta dell' assetto democratico del Paese. Sentiamo spesso evocare da parte di esponenti politici, a fronte di iniziative dell’attività giudiziaria, il principio di presunzione di non colpevolezza degli imputati. È molto grave che il Ministro dell’Interno calpesti quel principio dando per scontata la colpevolezza di imputati assolti da un Tribunale della Repubblica. In questo modo si mettono in discussione principi fondamentali dell’ordinamento democratico. E da lì il passo verso gli insulti e le minacce seguiti al post del Ministro è davvero pericolosamente breve.

Da segnalare che il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di Lucca nei giorni successivi ha deciso di assegnare una scorta al Presidente del Collegio giudicante, il che conferma la fondatezza e l’utilità dell’allarme che abbiamo lanciato.

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La discussione sul disegno di legge anticorruzione si accentra ancora una volta non tanto sul merito, quanto sul metodo.

I componenti laici ribadiscono la loro generale contrarietà a questi interventi del CSM, che temono possano determinare una invasione nel campo della politica. Anche se poi, nella discussione di merito, in verità non solo da parte dei laici, si sentono per lo più censure di segno opposto e interventi tutti politici sulla necessità di dare fiducia al nuovo governo, sulla gravità del fenomeno della corruzione, sulle responsabilità degli avvocati per la eccessiva durata dei processi. Nulla, o quasi, sul merito del parere elaborato dalla Commissione, che in maniera a nostro avviso molto equilibrata, segnala alcune importanti criticità della riforma.

In materia di prescrizione si sottolinea come l’intervento potrebbe rivelarsi per un verso insufficiente, in quanto i quattro quinti delle prescrizioni maturano oggi prima della sentenza di primo grado, e per altro verso molto oneroso per la macchina della giustizia, in assenza delle necessarie riforme e risorse.

In materia di corruzione si segnala la possibile criticità sul piano costituzionale di una pena accessoria perpetua svincolata dalla gravità del fatto e la irrazionalità di un meccanismo che attribuisce al giudice la facoltà di applicare o meno la pena accessoria senza indicare i criteri in base ai quali effettuare la scelta.

Alla fine il parere è stato approvato a larga maggioranza, con 17 voti a favore (tutti i componenti togati e i laici Cerabona, Basile e Lanzi) 3 contrari (Davigo, Ardita e Gigliotti) e 3 astenuti (Donati, Benedetti, Cavanna).

Da segnalare il fatto che in sede di votazione finale è stato approvato un emendamento presentato dal Cons. Lanzi con il quale è stata soppressa una frase che nell’indicare il problema delle prescrizioni maturate nelle fasi precedenti, suggeriva come possibile soluzione quella adottata da alcuni ordinamenti stranieri, che per alcuni reati (i cd. reati nascosti, come ad esempio i reati finanziari) fanno decorrere il termine di prescrizione dalla data della scoperta del reato. Sono stati decisivi per la approvazione dell’emendamento il voto a favore dei consiglieri togati di Magistratura Indipendente e le astensioni dei consiglieri Ardita e Davigo. Non conosciamo le ragioni della scelta dei colleghi, in quanto non esplicitata, ma la consideriamo un errore, in quanto ha consentito l’affermazione di una posizione dichiaratamente orientata a ridurre la portata del parere e a difendere il vigente assetto normativo in materia di prescrizione.

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Nello stesso plenum abbiamo poi approvato il bando per le sedi di primo grado, del quale abbiamo già parlato.

Ci sono state, infine, due pratiche in materia di valutazioni di professionalità nelle quali la Commissione all’unanimità ha proposto una valutazione positiva nonostante che i rispettivi Consigli Giudiziari avessero proposto in un caso, a maggioranza, una valutazione negativa con riferimento al prerequisito della indipendenza e nell’altro, all’unanimità, una valutazione non positiva con riferimento al parametro della diligenza. La nostra convinzione è che il Consiglio Superiore della Magistratura debba prestare massima attenzione ai segnali di criticità che vengono, non certo con grande frequenza, dall’autogoverno locale. Questo non significa che il CSM debba sempre adeguarsi al parere del Consiglio Giudiziario, ma che in caso di pareri negativi o non positivi ci sia un onere di approfondimento nella istruttoria e nella motivazione che si confronti in maniera compiuta con le indicazioni dell’organo locale. In questi casi la Commissione ha certamente adempiuto a quest’onere, in un caso procedendo anche all’audizione dell’interessato. Ciononostante due di noi (Giuseppe e Alessandra) hanno scelto di astenersi sia in ragione di alcuni profili di merito, sia per sottolineare l’importanza e la delicatezza della questione.

 

In Quinta Commissione è terminato l’esame delle pratiche lasciate dal Consiglio uscente. Le proposte sono state adottate tutte all’unanimità ad eccezione di quella relativa ad un incarico di Presidente di Sezione Penale del Tribunale di S. Maria Capua Vetere. Ci sono state, in questo caso, ben tre diverse proposte riferite, ad onore del vero, a colleghi tutti particolarmente meritevoli.

Come accade ormai di consueto, una parte consistente dei lavori di Quinta è stata poi dedicata ad alcuni contenziosi in corso che necessitavano di un esame urgente, con proposte vagliate e confermate, sempre in settimana, dal Plenum. Sempre in Plenum è stata inoltre approvata la proposta di conferimento dell’incarico di Presidente del Tribunale di Venezia al dott. Laganà, proposta adottata seguendo anche i principi imposti dal giudicato amministrativo.

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Mercoledì pomeriggio siamo andati al Quirinale per la cerimonia tradizionale degli auguri di Natale, in una cornice molto interessante, con un protocollo rigidissimo che un po’ fa sorridere (in che fila sei?) e un po’ disorienta.

Il giorno dopo è stato costellato di momenti augurali, informali e molto partecipati, che hanno visto impegnati tanti funzionari, ma anche magistrati dell’Ufficio Studi con inaspettate doti culinarie, nella preparazione di prelibatezze che abbiamo gustato nelle pause tra una commissione e l’altra e nell’intervallo pranzo.  

Con queste note di avvento natalizie vi salutiamo affettuosamente e vi auguriamo un Natale sereno ed un anno nuovo pieno di allegria.

Vi racconteremo … arrivederci nel 2019! 

Ale, Ciccio, Giuseppe, Mario