LUGLIO
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Diario dal Consiglio del 1° luglio 2021

Rule of Law ed Unione: crisi e difesa di un pilastro fondativo in un’Europa che cambia

“The Union is founded on the values of respect for human dignity, freedom, democracy, equality, the rule of law and respect for human rights, including the rights of persons belonging to minorities. These values are common to the Member States in a society in which pluralism, non-discrimination, tolerance, justice, solidarity and equality between women and men prevail.” (art. 2 del Trattato sull’Unione europea)

 

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Plenum

1) Nel corso del Plenum di giovedì 24 giugno su proposta della Nona Commissione (Rel. Alessandra Dal Moro) è stato approvato un evento seminariale dal titolo “La crisi dello Stato di diritto e l’indipendenza della magistratura”, che si propone di riaccendere i riflettori sulla drammatica situazione della Turchia, attraverso alcune testimonianze di magistrati, giornalisti e avvocati, ma anche sulla critica situazione della Polonia e della Romania, per riflettere, da un lato, sulla capacità delle Istituzioni Europee di reagire alle violazioni della Convenzione e del Trattato, e dall’altro sugli strumenti di salvaguardia e promozione della rule of law nelle società democratiche europee.

I principi dello Stato di diritto consacrati nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione e nel Trattato (legalità, certezza del diritto, imparzialità e indipendenza del giudice, controllo giurisdizionale effettivo soprattutto dei diritti fondamentali, uguaglianza), sono la struttura portante di ogni democrazia costituzionale moderna.

Il loro rispetto e il modo in cui trovano attuazione a livello nazionale è la condizione di quella ​fiducia reciproca tra stati membri che è il fondamento dell'Unione.

Il Consiglio, dunque, riapre le porte al dibattito politico culturale sulla giustizia. E comincia da un tema cruciale per l’Europa ma anche per il nostro paese, in un contesto in cui la crisi che ha investito la magistratura deve trovare soluzione attraverso interventi e riforme capaci di rifondare il rapporto di fiducia dei cittadini nei confronti di una istituzione di garanzia la cui indipendenza ed autonomia sono condizioni insopprimibili di tutela dei diritti e delle libertà dei cittadini, come raccontano proprio le crisi di cui parleremo con i diretti testimoni che le hanno vissute e le vivono.

Un’occasione di riflessione ed approfondimento sulla crisi generale che sta vivendo l’Unione Europea come unione di idee e valori quale la vuole l’art. 2 del Trattato, tanto più attuale alla luce delle recentissime (diverse) reazioni alla legge ungherese che vieta la condivisione con i minori di qualsiasi contenuto che riguardi l’omosessualità.

Il seminario, che si terrà in Consiglio “in presenza” il prossimo 13 luglio potrà essere seguito anche da remoto da magistrati e avvocati (ciascun magistrato ha già ricevuto o riceverà l’invito a partecipare con il relativo link per la prenotazione).

ODG del 23 giugno 2021 (pag. 305)
Delibera per evento dal titolo “La crisi dello Stato di diritto e l’indipendenza della magistratura

 

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2) Nel corso del plenum di mercoledì è stata trattata, tra le altre, la nomina del Presidente della Corte d’appello di Milano. In Quinta commissione erano state formulate due proposte:

Proposta A) rel. cons. Miccichè, in favore del dott. Giuseppe Ondei (votanti i consiglieri Miccichè, Marra, Lanzi e Donati).

Proposta B) rel. cons. Ciambellini, in favore del dott. Massimo Terzi (votanti i consiglieri Ciambellini e Cascini).

Abbiamo condiviso, in Commissione e in Plenum, la proposta del relatore cons. Ciambellini in favore del dott. Terzi, in quanto, a nostro avviso, risultava obiettivamente prevalente sulla base degli indicatori generali e speciali.

Al riguardo va ricordato che l’articolo 20 del TU sulla dirigenza individua come indicatori speciali, ai fini del conferimento di incarichi direttivi in uffici giudicanti di secondo grado:

  1. l’esperienza in secondo grado,
  2. (l’esperienza) nella legittimità,
  3. l’esperienza di direzione di uffici di primo grado.

 

Rispetto alla data della vacanza il dott. Ondei risultava aver svolto per circa cinque anni le funzioni di Presidente di Sezione in Corte d’Appello.

Dunque, per il dott. Ondei, ricorreva l’indicatore sub a).

Il dott. Terzi è stato per più di 3 anni Consigliere Pretore Dirigente presso la Pretura di Verbania, per oltre 6 anni e mezzo Presidente del Tribunale di Verbania (ufficio con tre sedi distaccate e con una scopertura media nel triennio del 35%, che si trovava in una situazione definita dal CG “disastrosa”) ed era da quasi 5 anni (avuto riguardo alla data della vacanza), Presidente del Tribunale di Torino.

Per espressa previsione del TU, all’articolo 30, tali indicatori speciali si collocano in posizione pariordinata tra loro, dunque il giudizio comparativo andava effettuato attraverso una valutazione del peso specifico degli indicatori rispettivamente riferibili ai due candidati e, infine, attraverso una valutazione complessiva del loro profilo professionale.

Per quanto riguarda il dott. Ondei l’indicatore speciale assumeva particolare rilievo in ragione del ruolo semidirettivo svolto in secondo grado (con un corredo di deleghe organizzative, cui si è aggiunto negli ultimi 18 mesi il ruolo di Vicario della Corte).

Per quanto riguarda il dott. Terzi l’indicatore speciale assumeva particolare rilievo in ragione della varietà degli incarichi ricoperti, della durata delle esperienze direttive e, da ultimo, della rilevanza della esperienza in atto quale presidente di un grande tribunale.

In tutti i ruoli direttivi ricoperti, peraltro, il dott. Terzi ha conseguito nella gestione organizzativa risultati del tutto eccezionali (come emerge da entrambe le proposte di delibera), non solo per come attestato dai pareri del Consiglio Giudiziario di Torino (che ha evidenziato in termini di alto e giustificato elogio, i brillanti risultati conseguiti in termini di riduzione delle pendenze e di durata dei procedimenti, ottenuti “incentivando lo spirito di gruppo dei magistrati della Pretura e stimolando le specifiche attitudini di ciascuno anche con riferimento alle materie da trattare, con settimanale condivisione delle problematiche da affrontare e discussione delle soluzioni da adottare.”) ma anche dalla relazione ispettiva sul Tribunale di Verbania, divenuto grazie alla competenza e all’impegno profuso “nell’attività di promozione dell’innovazione tecnologica nell’ufficio” un autentico modello dell’informatizzazione giudiziaria, ed uno dei maggiori partner del Ministero nel dispiegamento del PCT.

Competenza ed esperienza specifiche che si sono espresse nel progetto organizzativo di una Corte d’Appello, che è certamente quella che già esprime tra i migliori risultati a livello nazionale in termini di tempi di definizione e produttività, ma che ha davanti a sé importanti sfide di livello nazionale come la informatizzazione del processo penale, la implementazione del lavoro agile ed il miglior utilizzo del personale amministrativi attraverso l’uso dei registri da remoto, che il dott. Terzi ha affrontato redigendo congrue ed articolate proposte organizzative.

A nostro parere, quindi, in ottemperanza alle regole, non era possibile giudicare recessiva (in favore peraltro del più giovane dei concorrenti) la robustissima esperienza direttiva di più uffici diversi - da ultimo, di un ufficio distrettuale di grandi dimensioni analogo a quello di destinazione - corredata da risultati inusualmente brillanti, sul piano non solo quantitativo, ma della qualità della giurisdizione, vantata dal più anziano (per giunta) degli aspiranti.

Del resto anche se, a tutto voler concedere, i due profili potessero dirsi equivalenti, non si sarebbe potuto ignorare, come sempre abbiamo fatto, che il dottor Terzi è anche di gran lunga più anziano del dottor Ondei (li separano, invero, oltre sei anni di anzianità di ruolo).

La delibera approvata dalla maggioranza del plenum non offre una lettura diversa di questi dati di fatto, ma attribuisce la prevalenza al dott. Ondei, motivando esplicitamente, più volte e in più passaggi, sulla necessaria prevalenza da attribuire alla esperienza di secondo grado. Si legge, infatti, nella delibera: “Deve invero ritenersi che, nell’ambito degli indicatori specifici pariordinati di cui all’art. 20, debba essere particolarmente privilegiata l’esperienza di secondo grado rispetto a quella di direzione di uffici di primo grado, in quanto maggiormente conferente rispetto all’incarico a concorso, che impone necessariamente che l’aspirante dirigente possa vantare capacità non solamente nell’organizzazione giudiziaria, ma anche nell’esercizio delle specifiche funzioni giurisdizionali di cui si occupa l’ufficio di appello”.).

Difficile comprendere come tali affermazioni possano conciliarsi, sul piano logico e giuridico, con la richiamata previsione che attribuisce valore pariordinato agli indicatori.

 

All’esito della discussione plenaria è prevalsa la proposta A) con 13 voti (cons. Ardita, Balduini Basile, Benedetti, Braggion, Cavanna, Donati, D’Amato, Di Matteo, Lanzi, Marra, Miccicchè, Pepe) mentre la proposta B) ha ottenuto 10 voti (cons. Cascini, Celentano, Cerabona, Chinaglia, Ciambellini, Dal Moro, Gigliotti, Grillo, Suriano, Zaccaro).

Da tempo e da più parti si discute della necessità di limitare la discrezionalità del Consiglio sulle nomine. Necessità su cui conveniamo in termini di introduzione di “autolimiti” che rendano l’esercizio della discrezionalità più controllabile e trasparente. Alcuni propongono, in questa direzione, anche il ritorno al sistema delle fasce di anzianità, con il quale, lo ricordiamo, si limita la comparazione ai candidati più anziani.

La scelta della maggioranza del Plenum sembra muoversi in una direzione opposta rispetto a questi propositi, in quanto rivendica esplicitamene una discrezionalità non vincolata (che anzi si sottrae al vincolo della normativa secondaria) e giunge alla nomina al vertice di una delle più importanti Corti d’Appello d’Italia del candidato più giovane fra quelli che avevano presentato domanda, il quale con il sistema delle fasce sarebbe stato automaticamente escluso dalla comparazione.

Dal nostro punto di vista un’altra occasione persa per dimostrare una reale volontà di cambiamento da parte del Consiglio.

 ODG del 23 giugno 2021 (pag. 1)
Nomina del Presidente della Corte d’appello di Milano

 

Vi racconteremo … buon lavoro e buona settimana

Alessandra, Ciccio, Elisabetta, Giuseppe, Mario