DICEMBRE
13

Diario dal Consiglio del 13 dicembre 2018

Milano, 12 Dicembre 1969

«La strage di Piazza Fontana è una lezione della storia che vale per il futuro: gli ordinamenti liberi e democratici prevalgono quando le loro fondamenta sono basate su valori condivisi, capaci di unire al di là delle legittime differenze di idee ed interessi, quando promuovono libertà e giustizia contro chi usa violenza per scopi di sopraffazione»

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, Milano 12 Dicembre 2018

Senza memoria non si può progettare il futuro. Moltissimi giovani, anche milanesi, non conoscono la strage, non sanno nulla o quasi di quanto avvenuto dopo, degli anni della strategia della tensione e del terrorismo.

Ci pare importante coltivare anche qui il valore di fare memoria, soprattutto per i tanti giovani colleghi che non hanno vissuto quel tempo, che ha visto tanti magistrati impegnati nella difesa della democrazia costituzionale.

La settimana in Consiglio si è consumata in fretta: lunedì e martedì commissioni e riunioni tra noi e i magistrati della struttura per affrontare le decisioni più delicate; mercoledì il Plenum; giovedì ancora commissioni, venerdì disciplinare.

La proposta più rilevante, licenziata in Terza Commissione, è quella per il bando di tramutamento di primo grado, di cui vi abbiamo già informato con un comunicato giovedì.

Come vi abbiamo detto è stato un lavoro impegnativo per la necessità di trovare un punto di equilibrio tra esigenze diverse e spesso in contrasto tra loro:

La commissione, all’unanimità, ha deciso di bandire tutti i posti vacanti negli uffici giudicanti fino a 20 giudici e requirenti fino a 9 sostituti ed in tutti gli uffici minorili e di sorveglianza (in uffici così piccoli, infatti, anche una sola vacanza incide assai negativamente sul servizio).

Ha poi deciso di bandire gli altri posti in modo da assestare la vacanza nei rimanenti uffici attorno al 6%, tenendo conto, però, del fatto che il legislatore tende a concentrare nelle sedi distrettuali alcune competenze, aumentandone, così, il carico di lavoro.

Sono infine state considerate, anche al fine di utilizzare i benefici dei posti a copertura urgente, le esigenze specifiche di particolari uffici (per esempio: la presenza di una criminalità particolarmente feroce a Reggio Calabria, le difficoltà di edilizia giudiziaria a Bari, la notoria scarsa appetibilità di sedi come Alessandria, Latina, Foggia, Padova o Vicenza).

Siamo consapevoli che il bando provocherà, inevitabilmente, una fisiologica migrazione dagli uffici meno ambiti verso le sedi metropolitane, che non potrà essere immediatamente pareggiata (come normalmente accade) dall’arrivo dei MOT del concorso appena concluso, che (a legislazione vigente) prenderanno servizio non prima dell’autunno 2020.

Accogliendo un suggerimento venuto da Cochita Grillo abbiamo deciso di tenere in conto, in ogni sede consiliare, le speciali difficoltà di tali uffici non pretendendo gli obiettivi di rendimento che sarebbe stato legittimo richiedere qualora fossero stati a pianta organica piena ed adoperandoci per una efficace politica di applicazioni.

La notizia del bando peraltro ha innescato una serie di interlocuzioni con gli Uffici che potrà essere proficua per emendamenti in sede di delibera al Plenum.

Non è stata, invece, accolta la nostra proposta di aumentare il numero di domande per ciascun magistrato. La ragione, di natura tecnica, è che occorre prima modificare il programma informatico per l’inserimento delle domande aumentando le “maschere” disponibili, il che avrebbe rallentato la procedura. La riproporremo, per tempo, in occasione del prossimo bollettone.

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Nel corso del Plenum è stato affrontato – in occasione dell’approvazione del bilancio – il tema dell’art.28, norma che consente di incaricare soggetti esterni alla struttura consiliare dello svolgimento di compiti che quest’ultima non è in grado di assolvere (per carenza di competenze specifiche o per eccessivo aggravio del carico di lavoro). Si tratta di un tema di cui vi abbiamo parlato già nei primi Diari dal Consiglio, poiché ci siamo impegnati a gestirlo con misura e soprattutto con trasparenza, onde evitare che l’eccessivo ricorso all’esternalizzazione possa da un lato compromettere la qualità del lavoro del Consiglio (come induce a ritenere il continuo, ricorrente annullamento di molte delibere per vizi della motivazione) e dall’altro costituire uno strumento improprio per distribuire vantaggi (l’incarico è infatti retribuito) ed occasioni di precostituire titoli da spendere nel percorso professionale.

Abbiamo ribadito ciò che avevamo già proposto (e realizzato con unanime consenso) in Settima Commissione: fare un interpello aperto a tutti i magistrati e formare una graduatoria, sulla base di requisiti predeterminati, dalla quale selezionare i collaboratori.

Sempre nel corso Plenum di mercoledì, alcuni componenti laici (Lanzi, Donati, Gigliotti) hanno contestato al Vicepresidente la prassi della riunione settimanale dei capigruppo, in quanto si tratta di istituto non previsto dal regolamento che di fatto legittima la presenza delle correnti all’interno del CSM.

Abbiamo risposto che l’incontro settimanale con i portavoce dei gruppi (preferiamo chiamarli così perché nella nostra cultura non ci sono capi) ha esclusivamente una funzione pratica di organizzazione dei lavori del CSM e non è un luogo di decisione. Quanto al ruolo delle correnti e alla loro presenza al CSM non ha senso, a nostro avviso, pensare di poterne nascondere ipocritamente l'esistenza. I gruppi associativi sono formazioni sociali ove si svolge la…personalità di ognuno di noi e sono una ricchezza per la magistratura e per i magistrati. Ciò che va contrastato è il correntismo, cioè l’uso del potere di autogoverno in base a logiche di appartenenza e di apparato. Il gruppo di AreaDG ha assunto su questo un impegno forte in campagna elettorale e sarebbe ben lieto di poter contare sull’appoggio dei laici nel contrasto a tali logiche all’interno del Consiglio.

Infine, il Plenum ha completato la pratica del rientro in ruolo dei componenti della precedente consiliatura. Residuavano le posizioni di tre componenti che al momento della elezione ricoprivano incarichi semidirettivi in posti che risultavano coperti. Si trattava di scegliere se applicare la disposizione generale in materia di rientro da fuori ruolo di magistrati che ricoprivano incarichi direttivi o semidirettivi, che prevede l’assegnazione con concorso virtuale ad un ufficio di secondo grado, ovvero di ritenere applicabile la norma speciale che prevede la possibilità di destinare in soprannumero i consiglieri uscenti. A nostro avviso il soprannumero deve ritenersi, in via generale e astratta, del tutto inconciliabile sia con le funzioni direttive (e su questo sono tutti d’accordo) che con quelle semidirettive. Pensiamo che una valutazione caso per caso delle posizioni dei semidirettivi rischi di ampliare troppo gli spazi di discrezionalità del CSM e di esporre a critica le conseguenti decisioni. La maggioranza del Consiglio ha scelto di collocare in soprannumero i tre componenti uscenti. Noi abbiamo scelto di astenerci, in quanto una proposta alternativa non era praticabile non essendo stato avviato per nessuno dei tre un concorso virtuale. Ma abbiamo chiesto la immediata apertura di una pratica per una modifica della circolare sul rientro da fuori ruolo, che fissi regole oggettive e predeterminate anche per i componenti uscenti del CSM.

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In Quinta Commissione è stata formulata la proposta per la nomina di tre Presidenti di sezione della Corte di Cassazione. Dopo aver approfondito insieme i profili professionali anche alla luce degli indicatori richiesti dalla circolare, abbiamo ritenuto di fare una nostra diversa proposta per uno dei posti a concorso, ritenendo che, in concreto, proprio in ragione della pregnanza di taluni requisiti, non potesse prevalere nella comparazione l’aspirante che poi è stato indicato dalla maggioranza.

In Sesta Commissione è stato approvato, all’unanimità, il parere sul disegno di legge in materia di corruzione e di prescrizione. Il testo può essere letto sul sito del CSM allegato all’ordine del giorno di mercoledì 19.

Il parere evidenzia alcune criticità della riforma. Sulla prescrizione si sottolinea che il disegno di legge non appresta rimedi per le fasi precedenti alla sentenza di primo grado, nelle quali oggi maturano i due terzi delle prescrizioni, mentre rischia di aggravare irrimediabilmente la situazione delle Corti d’Appello, determinando un ulteriore, inammissibile, allungamento dei tempi del processo. Sul primo profilo la Commissione ha suggerito di prendere in considerazione alcuni istituti da tempo vigenti in altri ordinamenti, che prevedono per alcuni reati (i cd. reati nascosti) la decorrenza della prescrizione dal momento della scoperta del fatto. Sul secondo profilo ha sottolineato la necessità di accompagnare l’intervento sulla prescrizione a riforme strutturali sul sistema penale, processuale e sostanziale, e ad un incremento delle dotazioni organiche e delle risorse.

Sulle modifiche in materia di corruzione il parere segnala alcune possibili criticità, anche alla luce di recentissimi arresti della Corte Costituzionale, delle disposizioni che prevedono il carattere perpetuo delle pene accessorie.

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In Settima Commissione segnaliamo una risposta al quesito in materia di concorsi interni con il quale il Presidente della Corte di appello di Bari ha chiesto di sapere se l’articolo 137 della circolare sulle tabelle debba essere letto nel senso che l’assegnazione dei punteggi attribuiti con riferimento a singoli criteri costituisce necessaria integrazione rispetto agli altri motivi espressivi del giudizio comparativo (se, in altre parole, il dirigente ha facoltà o obbligo di motivare mediante l’attribuzione di punteggi assegnati con riferimento a criteri preventivamente enunciati).

La Commissione (con proposta che il Plenum ha condiviso) ha ritenuto che, da un lato, la motivazione esplicita non richiede alcuna integrazione per rendere pienamente intellegibili le scelte, dall’altro appare sicuramente preferibile in quanto più adeguata a far conoscere esplicitamente ai soggetti interessati le ragioni della scelta e a consentirne, pertanto, anche l’eventuale sindacato di legittimità.

Ha, perciò, concluso che in materia di concorsi interni la proposta di assegnazione o di tramutamento deve sempre essere “necessariamente motivata mediante la specifica indicazione delle ragioni che hanno condotto all’individuazione del magistrato prescelto, e la puntuale enunciazione degli elementi da cui risultano le qualità professionali generiche e specifiche che lo rendono idoneo a ricoprire il posto messo a concorso, valutato in comparazione a ciascuno degli altri concorrenti” ( art. 137 circ. tab.); mentre la previsione relativa all’assegnazione dei punteggi deve essere interpretata come mera facoltà del dirigente di integrare il sistema valutativo con la previsione di punteggi predeterminati e previamente comunicati agli interessati con il bando di concorso interno.

Ciccio venerdì è andato a trovare i colleghi di Vibo Valentia, che lavorano in condizioni socio ambientali assai difficili, in un palazzo fatiscente, in un territorio infestato da criminalità e che aspettano con ansia la nomina del Presidente del Tribunale e del Presidente di Sezione. Sin dai prossimi giorni ci attiveremo per accelerare al massimo le procedure di nomina, in quanto riteniamo che debba essere una priorità del Consiglio la copertura di posti di dirigenza in Uffici così esposti per i quali, a maggior ragione, vale ribadire il nostro impegno affinchè nella valutazione comparativa degli aspiranti si individui la persona più adatta sotto ogni profilo ad assumere l’incarico.

Vi racconteremo …Buona settimana e buon lavoro a tutti!

Ale, Ciccio, Giuseppe, Mario