MAGGIO
21

Diario dal Consiglio del 21 maggio 2021

“Da Voltaire… all’inopportunità di parola”

La sola versione nota di questa citazione è quella della scrittrice inglese Evelyn Beatrice Hall, «I disapprove of what you say, but I will defend to the death your right to say it.», in The Friends of Voltaire (1906), ripresa anche nel successivo Voltaire In His Letters (1919).

La riproponiamo perché ci pare importante riflettere attentamente entro quali limiti ed alla luce di quali poteri il CSM possa sindacare, al di fuori del procedimento disciplinare, il contenuto della manifestazione del pensiero dei magistrati.

 

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L’occasione l’ha offerta questa settimana la discussione in Plenum della pratica ex art. 2 L.G. iscritta in Prima Commissione il 27.3.2018 in seguito ad una nota con cui il Comitato di Presidenza aveva trasmesso agenzie di stampa concernenti le affermazioni del dott.  Enrico Zucca, sostituto procuratore generale di Genova in occasione di un convegno organizzato dal Consiglio dell’ordine degli avvocati di Genova dal titolo “La tutela degli italiani all’estero una storia tragicamente emblematica: Giulio Regeni”

Nella nota diffusa venerdì abbiamo spiegato nei dettagli l’esito della pratica, che è stata archiviata, ma con una motivazione che ci ha costretto ad astenerci, non potendone condividere i passaggi che hanno inteso stigmatizzare l’inopportunità delle parole del dott. Zucca.

Quanto ai contenuti della discussione avvenuta in sede plenaria e all’esito della stessa vi rimandiamo alla lettura della nota già diffusa. Qui ci preme solo ribadire il senso della nostra opposizione e della nostra proposta emendativa.

Riteniamo che il Consiglio - al di là della valutazione che ciascuno può fare delle dichiarazioni del Dott. Zucca - non potesse “sanzionare” indirettamente il dott. Zucca tramite un provvedimento di archiviazione di una pratica amministrativa ex art. 2 L.G., adottato prima della apertura della pratica e senza alcun contraddittorio con l’interessato. Né riteniamo fosse possibile esprime un giudizio di “inopportunità” con riferimento a dichiarazioni argomentate e basate su fatti veri.

Abbiamo ritenuto imprescindibile che in Plenum fosse ristabilito un contesto di verità storica e necessario riflettere e far riflettere sul fatto che il Consiglio non può essere giudice dell’opportunità delle opinioni, al di là dei poteri formali che ha di sanzionare illeciti disciplinari o di rilevare situazioni di incompatibilità.

Come ha detto Giuseppe Cascini, citando, appunto, la celebre frase che abbiamo voluto porre all’inizio del nostro Diario, il diritto di manifestazione del pensiero si difende anche, e soprattutto, rispetto alle opinioni che non condividiamo. I limiti alla manifestazione del pensiero, diritto riconosciuto dall’art. 21 della Costituzione, sono quelli fissati dal Codice penale e dal Codice civile a tutela della reputazione delle persone. Non ce ne possono essere altri; tantomeno individuati a “maggioranza”.

 

Come abbiamo già riferito la proposta di archiviazione, come emendata dopo un lungo e approfondito dibattito, della cui serenità e correttezza vogliamo ancora dare atto, è stata approvata con 14 voti a favore, 2 contrari (Cons. Basile e Cavanna) e 7 astenuti (noi quattro e i Cons. Davigo Gigliotti e Benedetti)

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a) Nel Plenum di mercoledì è stata approvata la proposta di Settima Commissione (rel. Dal Moro) relativa alle Tabelle della Corte di Cassazione. Si tratta di una delibera assai complessa che ha visto impegnata in modo approfondito la settima Commissione, frutto di una proficua interlocuzione, in sede di audizione, con il Primo Presidente e i rappresentanti del Consiglio Direttivo.

La proposta illustra la struttura organizzativa della Corte, registra le criticità di un contenzioso imponente, incompatibile con la funzione nomofilattica di una corte suprema di legittimità, dà conto dei risultati raggiunti - in termini miglioramento dell’indice di ricambio nel settore civile e di riduzione dei tempi del processo in quello penale - per effetto di un enorme sforzo dei consiglieri e dei loro dirigenti, e dell’attività di “filtro” (realizzata attraverso la “cameralizzazione” dei ricorsi civili non sensibili sul piano nomofilattico, giusta la recente riforma del rito, e attraverso la “inammissibilità” dei ricorsi penali, cui provvede la sezione “spoglio”) assai delicata, ma vitale, proprio a salvaguardia della qualità della giurisdizione ed della funzione di nomofilachia.

La proposta contiene anche alcuni significativi rilievi, già sollevati dal Consiglio Direttivo, soprattutto in punto di formazione dei collegi in funzione della effettività del principio del giudice naturale precostituito per legge. Commentata positivamente anche dal Primo Presidente - che ha ringraziato il Consiglio Direttivo e la Settima Commissione per l’approfondito lavoro compiuto, oltre che per il metodo collaborativo e dialogante utilizzato sia in sede di formazione della tabella che di discussione della stessa in sede di autogoverno - è stata, infine, approvata all’unanimità.

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b) Sempre mercoledì il Plenum ha deliberato la riassegnazione delle funzioni di Procuratore Aggiunto presso la Procura di Milano al dott. Maurizio Romanelli a seguito delle vicende relative al contenzioso amministrativo e alla nomina della dott.ssa De Simone come aggiunto della DNA.

Contestualmente è stata disposta la revoca della pubblicazione del posto già bandito dal Consiglio. A nostro parere, come abbiamo già avuto modo di illustrarvi, era questa la strada più lineare e coerente con i principi di diritto amministrativo.

Dispiace che si sia arrivati a questa naturale conclusione dopo un notevole lasso di tempo, privando per questo periodo il dott. Romanelli dell’esercizio delle funzioni giudiziarie. La delibera ha registrato numerose astensioni, motivate in ragione dell’ esigenza di rispettare le aspettative di coloro che avevano già presentato domanda per il posto bandito. Una posizione che non abbiamo condiviso, in quanto nel diritto amministrativo l’aspettativa può essere tutelata solo quando sia arbitrariamente compromessa e non certo quando, in ragione di fatti sopravvenuti, debba recedere rispetto ad un diritto.

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Nel corso del Plenum abbiamo, infine, posto una questione in merito alla prassi della IV Commissione di disporre la segretazione di tutte le pratiche di valutazione di professionalità nelle quali si faccia riferimento a precedenti disciplinari del magistrato, in quanto si tratterebbe di dati sensibili. Abbiamo osservato che tale prassi non appare conforme alle disposizioni regolamentari che prevedono come regola la pubblicità dei lavori consiliari e che le sentenze disciplinari, peraltro pubbliche e adottate all’esito di un dibattimento pubblico, non possono considerarsi attinenti alla sfera privata del magistrato. Inoltre, si tratta di una prassi che di fatto “oscura” la maggior parte delle pratiche in materia di valutazioni di professionalità che presentano criticità, con ciò privando l’attività del Consiglio in questa delicata materia della necessaria trasparenza, condizione essenziale dell’obbligo di rendere conto delle decisioni adottate. In linea con quanto abbiamo più volte sostenuto in campagna elettorale sulla trasparenza delle attività del Consiglio e sull’obbligo di rendere conto abbiamo chiesto di rivedere tale prassi. Il dibattito che ne è seguito è stato ricco e interessante e ha consentito anche di far emergere diversi approcci culturali e di sensibilità sul tema. Tutti, però, hanno convenuto sulla necessità di un approfondimento della questione, che pertanto è stata rimessa alla Commissione regolamento.

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In Quinta Commissione, sono state approvate diverse proposte di conferimenti di incarichi direttivi e semidirettivi all’unanimità.

In particolare, sono stati proposti per l’incarico di Presidente di Sezione della Corte di Cassazione i dott.ri Andrea Scaldaferri, Giacinto Bisogni e Geppino Rago.

Sempre unanime è stato il voto in commissione per le proposte concernenti l’incarico di Presidenti dei Tribunali di Sorveglianza di Trieste e di Padova in favore rispettivamente dei dott.ri Giovanni Maria Pavarin e Linda Arata (quest’ultima unica aspirante), e di Presidente della Sezione Lavoro della Corte d’Appello di Salerno in favore della dott.ssa Maura Stassano.

L’unica pratica in cui vi è stato un duplice orientamento in commissione è stata quella relativa all’incarico di Presidente di sezione civile del tribunale di Catania.

Infatti, la proposta del relatore Suriano in favore del Dottor Massimo Escher (votanti: Suriano e Morlini) è stata affiancata da altra proposta in favore del Dottor Ignazio Maria Ettore Cannata (votanti: Davigo, Gigliotti e Lepre).

In sintesi, la nostra preferenza espressa in commissione è ampiamente giustificata, in ragione delle qualificate esperienze professionali acquisite dal dott. Escher operando nel settore civile sia in primo che in secondo grado ed esercitando per consistente lasso di tempo anche le funzioni di Presidente del collegio; delle iniziative assunte in un’ottica di organizzazione dell’ufficio; delle esperienze ordinamentali e di formazione maturate nel corso della carriera.

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In Terza Commissione, come già avevamo anticipato la settimana scorsa, abbiamo votato contro il collocamento fuori ruolo del collega Rustichelli, nominato Presidente dell’Antitrust dal Presidente della Camera e dal Presidente del Senato. Non spetta a noi vagliare il merito della nomina e i titoli del collega, ma riteniamo che la decisone della maggioranza contrasti con la legge Severino che prevede il tetto massimo decennale per la permanenza fuori ruolo (già superato dal collega che ha rivestito incarichi in gabinetti ministeriali).

I colleghi che hanno sostenuto la proposta favorevole hanno valorizzato l'art. 7 vicies quinquies del dl 7/05 convertito nella legge n.43/05 che disciplina in generale il collocamento fuori ruolo dei dipendenti pubblici, indicando deroghe espresse per i componenti delle autorità indipendenti.

Noi riteniamo che la legge Severino, emanata successivamente, debba considerarsi legge speciale rispetto a quella generale sui dipendenti pubblici, in quanto disciplina specificamente il fuori ruolo dei magistrati. Peraltro, la legge Severino prevede espressamente alcune deroghe al limite massimo di dieci anni (incarichi elettivi, di Governo e presso le Corti internazionali), tra le quali non compaiono le Autorità indipendenti.

Risulta evidente, a nostro parere, che la legge Severino è norma "speciale" (perché riguarda solo i magistrati) rispetto a quella precedente sulle Autorità Indipendenti (che riguarda tutti i dipendenti pubblici) e dunque si debba applicare al caso di specie, con conseguente operatività del limite massimo decennale.

Neppure si può dire che a noi magistrati si applicano le norme sui dipendenti pubblici, che, anzi, si applicano - ex art. 276 RD '41 - solo se non confliggono con norme speciali che riguardano i magistrati.

Ci spiace che nel caso di specie non sia stata applicata questa legge, punto di approdo di un lungo dibattito sui fuori ruolo - da sempre oggetto di interesse della magistratura associata - e che contiene una soluzione equilibrata per evitare le cd. “carriere parallele”.

Il tema tornerà presto all’ordine del giorno della Terza Commissione, ove dovremo valutare, anche grazie alle nostre insistenti sollecitazioni, le posizioni dei colleghi fuori ruolo, richiamando in servizio coloro che abbiano maturato il termine massimo di dieci anni e non versino nelle condizioni di deroga.

 

La prossima settimana, sempre in Terza Commissione, procederemo, inoltre, alla pubblicazione dei posti per i tramutamenti di secondo grado (ci sono 101 vacanze), cercando di contribuire a risolvere quello che efficacemente è stato chiamato il “collo di bottiglia” del sistema processuale italiano.

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In apertura del Plenum Alessandra e Piercamillo Davigo hanno ricordato Walter Mapelli, Procuratore della Repubblica di Bergamo, collega molto amato e prematuramente scomparso.

Vogliamo lasciarvi con le parole che lui stesso ha consegnato ai sui sostituti, che ha continuato a seguire fino agli ultimi giorni, con una dedizione al suo lavoro che va oltre il “dovere”, come accade per persone speciali come Walter, ed è solo espressione del desiderio di essere autentici, di essere se stessi.

Nel nostro tempo insieme ho cercato di ascoltare e comprendere, di perseguire l'interesse comune e di essere un punto di riferimento autorevole. La vostra crescita è stata la più bella e ammirevole riposta che potessi avere, qualunque cosa succeda continuate così

 

Buon lavoro e buona settimana... Vi racconteremo…!

Ale, Ciccio, Giuseppe, Mario