Corte di Appello di Salerno

Inaugurazione Anno Giudiziario 2019

Intervento del Consigliere Mario Suriano
Componente del Consiglio Superiore della Magistratura

Signora Presidente della Corte, Signor Procuratore Generale, Signori Presidenti degli Ordini degli Avvocati, Autorità civili, religiose e militari, Signori avvocati, Colleghi magistrati, personale amministrativo, cittadini presenti.

Porto il saluto del Consiglio Superiore della Magistratura, rivolgendo anzitutto un sentito e deferente ringraziamento al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la costante attenzione con cui segue i problemi della giustizia in generale e l’attività consiliare in particolare.

Ho ascoltato con estrema attenzione la relazione della Presidente della Corte e non posso non unirmi al ricordo di Lucio Di Pietro, magistrato di grandissimo spessore professionale e umano.

Interessanti sono le indicazioni fornite dalla Presidente circa il percorso che è stato seguito e si sta seguendo nella realizzazione della Cittadella Giudiziaria.

È stato un lavoro imponente, frutto della importante sinergia tra uffici giudiziari, ministero e altri organi della pubblica amministrazione.

Personalmente ho seguito, anche perché all’epoca rivestivo incarichi associativi nel distretto di Napoli, il trasferimento degli uffici giudiziari da Castel Capuano al Nuovo Palazzo di Giustizia al Centro Direzionale.

Anche allora vi furono forme di agitazioni e proteste soprattutto da parte del ceto forense.

Queste proteste, una volta attuato il trasferimento, si sopirono e oggi nessuno tornerebbe più indietro.

Ambienti moderni e confortevoli, strumentazioni più consone ad una attività giudiziaria che ormai non può assolutamente fare a meno del mezzo informatico e delle relative applicazioni, soprattutto l’affermazione dell’unità della giurisdizione, che comporta la vicinanza tra gli operatori del diritto, magistrati e avvocati, che si occupano di materie diverse ma che spesso incontrano analoghe problematiche da affrontare e da risolvere.

Sicuramente è importante ridurre al minimo ogni forma di disagio e di inconveniente nel completamento del trasferimento. Tuttavia, una volta attuato e con la messa a regime dell’attività giudiziaria, risulterà evidente, come già verificatosi a Napoli, che ogni ipotesi di ritorno al passato sarà abbandonata, di ciò ne sono assolutamente convinto.

Passando ad esaminare i profili di maggiore interesse consiliare, sicuramente di rilievo sono le questioni poste con riferimento alle problematiche di organico degli uffici giudiziari e, in particolare, dei tribunali del distretto.

Il discorso concerne, anzitutto, una insufficienza delle piante organiche.

A questo proposito, una occasione da sfruttare è sicuramente quella relativa alla recente approvazione, nella legge finanziaria per il 2019, di un aumento di 600 unità di organico della magistratura.

Occorrerà procedere, anche tramite una corretta interlocuzione con gli uffici e i Consigli Giudiziari e una altrettanto corretta lettura dei dati statistici, ad una equa ripartizione delle nuove risorse a vantaggio soprattutto, se non esclusivamente, delle sedi con maggiori sofferenze, nella speranza che – almeno per questa volta in cui nessun ufficio sarà sottoposto ad una riduzione di organico a vantaggio di altri – non si seguano logiche volte a garantire a tutti aumenti a pioggia.

Il CSM dovrà fare la sua parte in questa direzione, seguendo un metodo condiviso nella gestione del Tavolo tecnico e nella interlocuzione col Ministero, al quale spetterà l’ultima parola.

Nel frattempo, il Consiglio dovrà prestare attenzione anche alla politica dei tramutamenti orizzontali.

Il “nuovo” Consiglio, insediatosi alla fine di settembre scorso, ha completato le procedure relative ai tramutamenti dei posti di secondo grado; è in corso la procedura per i tramutamenti di primo grado, iniziata nel mese di dicembre 2018 e che si completerà entro la fine del mese di marzo 2019.

Tutto ciò è stato reso possibile grazie a un’attenta e proficua attività di innovazione interna, mediante la semplificazione delle metodiche procedimentali della Terza commissione del Consiglio.

Il rispetto della tempistica periodica dei trasferimenti, da coordinarsi con il collocamento in ruolo dei magistrati in tirocinio, dovrà essere garanzia di massima riduzione dei disservizi collegati alla scopertura temporanea degli uffici.

Tutto ciò è stato reso possibile grazie a un’attenta e proficua attività di innovazione interna, mediante la semplificazione delle metodiche procedimentali della Terza commissione del Consiglio.

In linea di principio si è ritenuto, e si intende per il futuro, ricorrere a bandi parziali e straordinari solo in relazione a situazioni che presentino particolari criticità o urgenza.

Proprio per tale ragione è stato disposto un bando straordinario per i soli uffici della città di Genova, in considerazione dell’immane tragedia dello scorso agosto e del suo impatto, attuale e futuro, su quegli uffici.

Il Consiglio Superiore della Magistratura dovrà procedere anche ad una accelerazione dei procedimenti di competenza delle altre commissioni.

Ad esempio, in materia di autorizzazione degli incarichi extragiudiziari è in corso una riflessione della Prima commissione, nell’ambito della disciplina già tracciata dalla Circolare in materia, tendente a garantire la massima semplificazione del procedimento autorizzatorio, come già si è fatto garantendo itinerari procedimentali più snelli per gli incarichi conferiti da soggetti pubblici.

Altro tema di riflessione, per il quale è in corso un’attività di approfondimento, è la modifica degli aspetti procedimentali della Circolare sulle valutazioni di professionalità dei magistrati, sotto il profilo della semplificazione del procedimento.

È in corso di costituzione un gruppo di lavoro ad hoc che dovrà completare la pratica relativa alla definizione degli standard di rendimento, aperta fin dal 2007, aggiornando l’attività già svolta in materia nelle precedenti consiliature.

 

La semplificazione deve riguardare anche l’assetto organizzativo degli uffici giudiziari.

Un importante contributo in tal senso è stato fornito dai lavori svolti dalla Settima Commissione che ha provveduto ad un riordino di tali interventi, portando all’approvazione, nella seduta del 25 luglio 2018, del Codice dell’organizzazione degli uffici giudiziari, teso ad assicurare conoscibilità e certezza della disciplina e dell’attività provvedimentale del Consiglio Superiore, tramite una raccolta organica dei principali testi di riferimento dell’organizzazione giudiziaria, così da consentire il progressivo aggiornamento dei temi e delle delibere nel corso del tempo.

In questo particolare settore di rilievo sarà l’impegno del Consiglio di valutare con attenzione i piani organizzativi predisposti dagli Uffici requirenti, al fine di realizzare una interazione proficua tra tali Uffici ed il sistema di autogoverno (CSM e Consigli Giudiziari).

D’altronde, proprio nell’ambito dei rapporti tra uffici requirenti, di primo e secondo grado, è di rilievo la risoluzione in tema di avocazioni, adottata nel maggio 2018.

L’intervento consiliare muove dalla ricostruzione dell’istituto dell’avocazione per inerzia in chiave di sinergica cooperazione tra uffici, escludendo possibili ricostruzioni di tipo gerarchico–sanzionatorio.

In questa prospettiva, è stata recepita l’indicazione del carattere facoltativo della avocazione per inerzia e sono stati elaborati criteri per una coerente attuazione, nell’attività di avocazione, di una “discrezionalità selettiva” che differenzi le ipotesi di effettiva inattività del Pubblico Ministero dalle situazioni di inerzia solo apparente.

È stata inoltre esclusa un’automatica ricaduta, sul piano disciplinare, dei casi di avocazione.

 

L’impegno del Consiglio si sta sviluppando anche nel settore informatico.

È in corso di completamento il complesso progetto di reingegnerizzazione del sistema informatico sia sul versante interno che su quello esterno dell’attività giudiziaria.

Per quanto concerne l'attività giudiziaria vanno segnalate le due delibere del 9 gennaio 2019, con cui il Consiglio ha approvato la Relazione sullo stato della giustizia civile e di quella penale telematica per il 2018.

In particolare, per la Relazione sullo stato della giustizia penale telematica 2018, il Consiglio ha preso atto dello stato di avanzamento dell’implementazione dei sistemi informatizzati nel settore penale, rappresentando la necessità della redazione di un piano strategico complessivo orientato al miglioramento dell’efficienza e della qualità secondo lo schema costituzionale del giusto processo e della obbligatorietà dell’azione penale.

Per la giustizia civile telematica, il Consiglio, dopo aver preso atto dell'evoluzione nell'attuazione del Processo civile telematico, ha invitato il Ministro della Giustizia a valutare l’opportunità di provvedere in ordine all’incremento delle risorse a supporto del processo civile telematico.

 

Non posso, poi, non soffermarmi sull’attività della Quinta commissione di cui faccio parte, che è la commissione che si occupa del conferimento degli incarichi direttivi e semidirettivi e che, a breve, si occuperà anche delle pratiche relative alla copertura dei vertici di importanti uffici giudiziari del distretto di Salerno.

Ad oggi la “nuova” Quinta commissione ha dovuto in particolare affrontare il tema dell’impatto in siffatta materia delle decisioni della giustizia amministrativa.

Dinanzi ad un annullamento di una delibera di nomina, il CSM ha il dovere di rivalutare in maniera approfondita la pratica, di confrontarsi con serietà con le ragioni dell’annullamento e di adottare una nuova delibera che sia rispettosa delle statuizioni del giudice amministrativo.

Occorre, però, sempre ricordare che il giudice amministrativo è giudice della legittimità dell’atto e non del merito della decisione, che spetta in via esclusiva al CSM.

 

Quanto esposto è servito brevemente ad illustrare, senza pretese di esaustività, l’attenzione che deve prestare il CSM su tutte le criticità della macchina giudiziaria.

Di rilevante importanza è, tuttavia, anche l’impegno al continuo e leale dialogo con le altre figure istituzionali per contribuire a formare le linee guida sui grandi temi della giustizia.

La nuova consiliatura ha cercato di dare il proprio contributo in proposito soprattutto licenziando con tempestività alcuni pareri su leggi poi approvate dal Parlamento.

Ricordo a me stesso, il parere sul decreto legge in materia di protezione internazionale e sicurezza, il parere sulla Procura Europea (EPPO), nonché sul disegno di legge in materia di prescrizione e anticorruzione.

In questi pareri, sono state evidenziate le ricadute organizzative delle diverse iniziative legislative. Ma è stata posta particolare attenzione anche al rispetto dei valori costituzionali, dei diritti di libertà e delle garanzie dei singoli.

 

Tutto ciò, dunque, per quanto concerne un breve sintesi dell'attività consiliare in corso e delle sue prospettive per il futuro.

Non vi è dubbio, poi, che il Consiglio costituisca anche un osservatorio privilegiato di quelle che sono le disfunzioni della macchina della giustizia. i vizi e i difetti della magistratura italiana.

Alcuni episodi sono, tuttavia, sotto gli occhi di tutti.

Si tratta di episodi gravissimi che hanno condotto anche agli arresti di alcuni magistrati provocando grave indebolimento della figura della magistratura nei confronti dell’opinione pubblica.

Si pone quindi, di nuovo e con forza, il problema della questione morale nella magistratura.

La magistratura ha dimostrato con i fatti di avere gli anticorpi per reagire a tutto ciò, sia mediante l'azione penale esercitata nei confronti dei magistrati e questo in barba al noto proverbio del "cane non mangia cane".

Sia mediante l'esercizio dell'azione disciplinare e le decisioni del consiglio superiore anche in via cautelare.

Possiamo e dobbiamo fare di più. Le indagini devono svolgersi più celermente e maggiore dev'essere l'attività di vigilanza in particolar modo della dirigenza che non può attivarsi solo quando ormai i fatti sono acclarati ma deve agire soprattutto in via preventiva.

 

Da ultimo mi preme evidenziare che i nostri padri costituenti hanno voluto il CSM quale presidio del principio fondamentale dell’autonomia e dell’indipendenza dell’ordine giudiziario, uno dei principi supremi di qualsiasi ordinamento democratico.

E allora, proprio a tutela di questo principio, occorre anche in questa sede ribadire l’importanza di un corretto approccio alle decisioni della magistratura e di un corretto utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione come facebook, twitter, soprattutto da parte di coloro che rivestono ruoli istituzionali.

Sia ben chiaro, la critica ai provvedimenti giudiziari è sempre legittima, ma deve essere espressa con continenza e modalità adeguate, salvaguardando il rispetto della funzione giudiziaria e la sicurezza dei magistrati che esercitano tale funzione.

Delegittimando la magistratura si delegittima lo Sato

 

Buon anno giudiziario a tutti

26 gennaio 2019