Corte di Appello di Genova

Distribuita la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo

Il giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario è un giorno importante per magistrati, avvocati, operatori del diritto: un giorno in cui tutti parlano di giustizia, si fanno bilanci, ci si interroga su ciò che è necessario per migliorare, rendere i processi più veloci, il servizio più efficiente, la giustizia più vicina ai cittadini.

In questa giornata per noi così importante, che precedeva quest’anno il giorno dedicato alla memoria delle vittime dell’Olocausto, abbiamo sentito il bisogno di ricordare a tutti che nelle aule giudiziarie ci si occupa di diritti e vi sono diritti inviolabili, riconosciuti dalla nostra Costituzione e dalle convenzioni internazionali, che nessuna legge di rango inferiore può mettere in discussione, perché sul loro riconoscimento si fonda il patto che garantisce la civile convivenza tra gli esseri umani.

Abbiamo voluto perciò condividere con tutti coloro che hanno partecipato alla cerimonia (autorità, forze dell’ordine, operatori del diritto, professori, studenti) il testo della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo adottata dall’Assemblea delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. Un impegno solenne, formulato da uomini e donne che avevano vissuto la seconda guerra mondiale, conosciuto i suoi orrori e sapevano bene a quali barbarie può condurre il disprezzo dei diritti fondamentali; fino a che punto il mancato riconoscimento di quei diritti può recare offesa alle coscienze.

A presidio della coscienza dell’umanità stanno i diritti fondamentali e solo preservandola può essere garantita la pace. Alla tutela di quei diritti è preposta la giurisdizione che, per questo, deve essere libera e indipendente.

La collega polacca Monika Frackowiak (invitata a predere parte alla cerimonia dalla locale giunta della ANM) ha pronunciato parole che avrebbero meritato un pubblico ben più nutrito di cittadini oltre che di giuristi. Grazie a lei abbiamo potuto comprendere con dolorosa chiarezza, come governi democraticamente eletti possano mostrare insofferenza al controllo giurisdizionale fino a mettere in discussione l’autonomia e l’indipendenza della magistratura.

In questo contesto nazionale ed internazionale, il riconoscimento della dignità di tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti uguali e inalienabili viene pericolosamente messo in discussione.

Per questo ci è parso importante invitare a riflettere sul contenuto di una Carta che costituisce un impegno per tutti i consociati ed un monito per le generazioni future. Una Carta che proclama tutti gli esseri umani “liberi e uguali in dignità e diritti”, “dotati di ragione e di coscienza” e impone loro di “agire in uno spirito di fratellanza vicendevole”. Una Carta che vede nell’avvento di un mondo in cui tutti siano “liberi di parlare e di credere, liberati dal terrore e dalla miseria” l’aspirazione più alta dell’umanità.

Come cittadini e come magistrati pensiamo che questi valori debbano essere sempre riaffermati perché è accaduto che siano stati calpestati, dunque può accadere di nuovo e, come ha scritto Primo Levi: "coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo”.

I referenti di AreaDG Liguria

Giuseppe Longo e Lucia Vignale