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Presente Mattarella, nominati Primo Presidente e Presidente Aggiunto della Cassazione

Il CSM nomina Pietro Curzio e Margherita Cassano ai vertici della Suprema Corte, dopo l’annullamento delle precedenti delibere, esercitando i propri poteri nella loro pienezza. L’alto significato della presenza del Presidente Mattarella

Il Plenum di oggi, presieduto dal Capo dello Stato, ha approvato, in sede di riedizione del potere dopo l’annullamento del giudice amministrativo, le delibere di nomina del Primo Presidente della Corte di Cassazione e del Presidente Aggiunto della Corte di Cassazione.

Con 19 voti a favore (Basile, Benedetti, Balduini, Braggion, Cascini, Cerabona, Chinaglia, Dal Moro, D'Amato, Donati, Ermini, Gigliotti, Lanzi, Marra, Miccichè, Pepe, Salvi, Suriano, Zaccaro), 3 contrari (Ardita, Cavanna, Di Matteo) e 3 astenuti (Celentano, Ciambellini, Grillo) sono stati nominati il dott. Pietro Curzio come Primo Presidente e la dott.ssa Margherita Cassano come Presidente Aggiunto.

All'esito della votazione il Presidente della Repubblica ha ringraziato per la tempestività con la quale il Consiglio ha proceduto alle nomine.

Incolliamo di seguito l'intervento svolto da Alessandra Dal Moro per il gruppo di AREADG.

Alessandra Dal Moro,
Elisabetta Chinaglia,
Giuseppe Cascini,
Mario Suriano,
Ciccio Zaccaro

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Intervento di Alessandra Dal Moro

Un sentito ringraziamento al Presidente della Repubblica la cui presenza qui oggi ci conforta ancora una volta in un momento difficile per l’Istituzione

Certamente l’importanza dei due incarichi sui quali è intervenuta la pronuncia di annullamento da parte del giudice amministrativo ha determinato ampia eco nel dibattito pubblico, ma, a fronte di una narrazione in termini di conflitto tra organi di vertice della architettura dello Stato, va ribadito in questa sede che si tratta di una vicenda che rientra in una fisiologica dinamica istituzionale.

La Costituzione assegna al Consiglio Superiore della Magistratura il potere di nomina dei dirigenti degli uffici giudiziari.

Come ogni potere nelle moderne democrazie costituzionali, anche quello del Consiglio è soggetto all’obbligo di motivazione e al controllo da parte del giudice amministrativo.

E nessuno pensa di sottrarre il Consiglio alla verifica della rispondenza alla legalità delle sue determinazioni.

Queste determinazioni sono, però, atti amministrativi di un Organo di rilevanza costituzionale, posto a presidio della autonomia e della indipendenza della magistratura, naturalmente connotati da una componente valutativa discrezionale. Ed è, pertanto, necessario, come lo stesso giudice amministrativo sempre sottolinea nelle sue pronunce, che tale sindacato di legittimità si limiti al controllo del rispetto delle norme primarie dettate dal legislatore in materia dei criteri stabiliti dallo stesso Consiglio in funzione di autovincolo; alla verifica, quindi, della congruità delle motivazioni adottate, senza che il giudice amministrativo si sostituisca al Consiglio nelle scelte di merito da adottare.

È un punto di equilibrio molto delicato, a livello costituzionale, tra garanzia di legalità e autonomia dell’Organo, che richiede grande prudenza da parte di tutti gli attori.

E l’indubbia crisi di autorevolezza – determinata dalle note ragioni e alimentata spesso in modo non disinteressato – che mette a rischio il ruolo del Consiglio di presidio della autonomia della magistratura se impone a tutti noi di moltiplicare gli sforzi per rendere più trasparenti, leggibili e credibili le nostre decisioni, richiede anche agli altri protagonisti un sorvegliato controllo della propria azione onde evitare, anche solo in termini di apparenza, il rischio di una alterazione di quel delicato equilibrio.

Il quale è particolarmente a rischio nel caso di nomine di questo livello, per le quali concorrono candidati tutti con profili di assoluta eccellenza, ove la individuazione dell’aspirante maggiormente idoneo con riferimento all’ufficio da ricoprire implica, inevitabilmente, anche una scelta di merito largamente discrezionale.

Sulla base di questi principi il Consiglio doveva, quindi, confrontarsi con la decisione del giudice amministrativo partendo dal presupposto che – a differenza di quanto superficialmente rappresentato nel dibattito pubblico – le sentenze che hanno annullato le due nomine non hanno certo detto che il CSM ha sbagliato nella scelta; tantomeno, hanno fornito indicazioni, sul candidato da nominare: non lo potevano fare; entrambe le decisioni si sono limitate a censurare alcuni aspetti della motivazione, ritenuta per certi versi carente.

Ciò premesso è pienamente rispettosa delle sentenze del giudice amministrativo anche una riedizione del potere che perviene ad una nuova proposta in favore degli stessi candidati, che è sbagliato, invece, leggere aprioristicamente in termini di scontro tra poteri o di schiaffi tra le istituzioni.

Il Consiglio ha semplicemente riesaminato le due pratiche e i profili dei candidati e ha ritenuto di proporre al Plenum gli aspiranti risultati più idonei anche all’esito del nuovo scrutinio, condotto, come doveroso, alla luce di tutti i rilievi mossi dal Consiglio di Stato.

Certo, l’importanza degli incarichi di cui si tratta e le conseguenze sulla funzionalità della Corte di Cassazione e dello stesso Consiglio per quanto concerne quello di Primo Presidente dell’Alta Corte, hanno, imposto di procedere con rapidità; che è altro rispetto alla fretta o alla superficialità.

Va ricordato che le nomine annullate sono state deliberate sostanzialmente all’unanimità dal Consiglio poco più di un anno fa, dopo una approfondita disamina da parte di tutti i consiglieri dei profili di ognuno degli aspiranti, che, dunque, erano già conosciuti anche dagli attuali componenti della Quinta Commissione.

La Commissione ha, poi, dedicato ben tre sedute, molto prolungate, ampiamente partecipate anche da consiglieri non componenti, per approfondire e analizzare le due sentenze, per individuare i punti della motivazione delle precedenti delibere oggetto di censura, e per rivalutare i profili di merito e attitudinali dei tre aspiranti interessati, ed è giunta a proposte ampiamente condivise e sorrette da motivazioni rispettose dei principi dettati dal giudice amministrativo.

Ne è prova evidente la compiuta e dettagliata relazione svolta dal Cons. Gigliotti

Sono pertanto convinta che questa decisione, per la serietà che ha caratterizzato i lavori della Commissione, per i contenuti meditati e motivati della proposta, ed anche proprio per la sua tempestività, dimostri la capacità del Consiglio di affermare con credibilità e autorevolezza le proprie prerogative costituzionali.

Esprimo pertanto il mio voto favorevole alla nomina all’incarico di Primo Presidente della Corte di Cassazione del dott. Piero Curzio, il cui profilo di assoluta eccellenza, che si unisce ad un tratto umano di rara signorilità che tutti abbiamo avuto modo di apprezzare in questi mesi, mi rende assolutamente convinta della bontà della decisione.

20 gennaio 2022