MARZO
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Diario dal Consiglio del 27 marzo 2020

 

Cari amici in questa settimana il Consiglio ha lavorato in maniera progressivamente più strutturata. È ripreso il lavoro di alcune delle commissioni, quelle più impegnate in ragione di attività urgenti, e vi è stato un Plenum giovedì 26 marzo, che ha visto quasi tutti i consiglieri collegati da remoto.

Anche per l’attività consiliare, che richiede la presenza dei funzionari della struttura, dei magistrati segretari oltre che dei consiglieri, è difficile rispristinare un minimo di funzionalità rispettando le prescrizioni di distanziamento sociale e di assoluta riduzione della mobilità che l’esigenza di evitare il diffondersi del contagio impongono. Chi ha le competenze per provvedere sta attivando gli strumenti di lavoro da remoto, in particolare si è provveduto ad acquistare una licenza Microsoft Teams dedicata al CSM poiché quella ministeriale che ci permette di collegarci – come voi tutti – attraverso l’account “giustizia” non è disponibile per i funzionari del consiglio né per i componenti laici.

Nel frattempo, abbiamo lavorato attraverso Skype, convocando le commissioni e partecipando alle stesse attraverso video chiamate plurime.

Contiamo sul fatto che il progressivo affinarsi degli strumenti di collegamento a distanza ci permetterà di riprendere con continuità, anche se non pienamente, lo svolgimento di tutte le attività di commissione previste. In questo momento di grande emergenza riteniamo fondamentale che il Consiglio prosegua la propria attività istituzionale, per garantire in tutti i modi che ci sarà possibile il sostegno all’attività organizzativa degli uffici e il presidio dell’attività costituzionale di autogoverno sotto tutti gli aspetti che ci competono.

In tal senso, nei giorni scorsi, abbiamo formulato una proposta al Vicepresidente per la prosecuzione delle attività del CSM. Con la delibera assunta dal Plenum del 26 marzo le nostre sollecitazioni sono state accolte. Per le prossime due settimane le commissioni si riuniranno da remoto una (o due) volte alla settimana, il Plenum si terrà il mercoledì. Si tratteranno ovviamente solo le pratiche urgenti e indifferibili, nonché quelle di facile trattazione, cioè che non comportano particolari aggravi per il personale e che possono essere trattate con i limiti del dibattito da remoto. Abbiamo chiesto, altresì, per ridurre gli oneri del personale, di abolire del tutto, in questa fase, l’uso della “carta”, prevedendo che gli ordini del giorno, i testi delle delibere e gli emendamenti siano distribuiti ai componenti solo via mail.

Il Plenum

Il Plenum di giovedì 26 marzo è stato dedicato alla discussione ed approvazione di due importanti delibere.

1.Il Parere sul Disegno di Legge di conversione in legge del Decreto Legge 17 marzo 2020 n. 18 recante “Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese, connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”

Il parere si articola in due parti, che sono state votate separatamente, su nostra richiesta. Il testo integrale del parere può essere consultato sul sito del CSM .

La prima parte, approvata all’unanimità, concerne l’art. 83 del DL 18/2020 e si articola in un’analisi del testo normativo che evidenzia alcuni aspetti problematici meritevoli di modifiche in sede di conversione. Pur rinviando al testo della delibera, ci sembra rilevante ricordare alcune delle criticità che sono state sollevate:

  1. l’inclusione, tra le controversie sottratte al differimento, di tutte le controversie sugli obblighi alimentari, senza una valutazione del giudice sull’urgenza;
  2. la mancata previsione, per le udienze penali soggette a “richiesta di trattazione”, di un termine entro il quale l’imputato o il suo difensore devono rappresentare il proprio interesse alla trattazione stessa;
  3. le difficoltà interpretative in materia di sospensione dei termini (con particolare riferimento ai termini per il compimento di atti funzionali alla tutela di diritti costituzionalmente garantiti);
  4. l’esatta individuazione degli atti esclusi dalla sospensione dei termini;
  5. l’opportunità di rendere derogabile il regime della sospensione dei termini quando il PM debba compiere, nella fase delle indagini, un atto urgente per il rischio di dispersione della prova;
  6. la scarsa chiarezza in ordine al dies a quo della sospensione dei termini delle misure cautelari e dei termini di prescrizione nel caso di rinvio disposto fuori udienza;
  7. la necessità di meglio chiarire se la sospensione dei termini delle misure custodiali sia computabile nel termine di durata massima di cui all’art. 304, co. 6, c.p.p.;
  8. la mancata indicazione di alcuni aspetti legati all’organizzazione dell’attività negli uffici, come quella di consentire esplicitamente quanto già realizzato da alcuni uffici attraverso la stipula di protocolli, ossia la trasmissione per via telematica degli atti, delle richieste, dei provvedimenti assunti anche nel settore penale; o la celebrazione delle udienze non differibili – convalida arresto, direttissima – da remoto; o ancora la previsione della possibilità, in generale, del deposito da remoto di tutti i provvedimenti giudiziari collegiali e monocratici, anche attraverso sistemi di firma e scansione semplificata che consentano, data la fase emergenziale, il ricorso alla posta elettronica ordinaria per la trasmissione degli atti del magistrato.

La seconda parte del parere concerne gli articoli 123 e 124 del DL 18/2020, relativi agli interventi mirati alla riduzione del sovraffollamento carcerario in funzione di scongiurare la diffusione del Covid-19 nelle carceri.

Questa parte della proposta aveva già visto, in Commissione, l’astensione di Ciccio Zaccaro, a seguito della mancata approvazione di una sua proposta di modifica alla delibera, che sottolineasse in maniera più decisa gli interventi necessari per la concreta ed effettiva applicazione, anche nell’ambiente carcerario, delle misure preventive di distanziamento sociale che sono obbligo e diritto per tutti i cittadini, anche per la popolazione detenuta e per chi nel carcere lavora ed opera.

In Plenum abbiamo quindi presentato una proposta di emendamento integralmente sostitutiva della IV parte del parere (emendamento che potete leggere in calce). Nel presentare l’emendamento abbiamo chiesto al Plenum di mettere da parte le antiche e ricorrenti divisioni tra “indulgenza” e “rigore” in materia di detenzione in carcere e assumere un approccio pragmatico, che si ponesse come unico obiettivo quello di prevenire i rischi di diffusione del contagio in carcere. Purtroppo, non siamo riusciti a convincere gli altri componenti e il nostro emendamento ha ottenuto solo sei voti (ai nostri cinque si è aggiunto il voto del Cons. Michele Cerabona), 10 i voti contrari e 9 le astensioni. Da sottolineare il fatto che, al di là di alcuni interventi contrari ad ogni “indulgenza” nei confronti dei detenuti, la maggioranza dei componenti non ha opposto argomenti di merito alla nostra proposta; anzi, alcuni si sono detti anche favorevoli ad alcune delle nostre indicazioni, ma hanno ritenuto che la proposta in quanto tale non fosse ammissibile perché in sede di parere sui disegni di legge il CSM dovrebbe limitarsi a formulare osservazioni e non potrebbe indicare proposte alternative. Una tesi riduttiva del ruolo politico e istituzionale del CSM che è sempre stata un cavallo di battaglia di alcune componenti laiche, ma che finora non era mai stata condivisa dalle componenti togate, nemmeno in questa consiliatura che, nel suo primo anno di lavoro, ha licenziato numerosi pareri che non si sono limitati alla critica demolitiva, ma hanno offerto, in uno spirito di leale collaborazione con il Ministro, anche proposte e suggerimenti.

 

2.La delibera sulle nuove linee guida agli uffici giudiziari a seguito dell’emergenza sanitaria Covid-19

Su proposta della Settima commissione è stata approvata all’unanimità una delibera integralmente sostitutiva delle precedenti volta a fornire linee guida per l’attuazione dell’art. 83 del DL n. 18/2020 accompagnata da deroghe alla normativa ordinamentale funzionali a rendere più agevole l’adozione di misure organizzative urgenti. Il testo integrale della delibera e i protocolli ad essa allegati sono disponibili sul sito del CSM.

All’indomani della crisi la Settima Commissione si è costantemente impegnata per cercare di rispondere, nel perimetro delle proprie competenze, all’esigenza di fornire linee guida agli uffici per la gestione sul piano organizzativo dell’emergenza alla luce dei diversi interventi normativi che, via via, hanno riguardato la materia della giustizia nella fase di emergenza sanitaria.

La struttura della Commissione e la STO (Struttura Tecnica per l’Organizzazione) hanno effettuato la raccolta e classificazione dei provvedimenti che, via via, dagli uffici venivano trasmessi al Consiglio, affinché fossero pubblicati sulla rete intranet e disponibili per tutti i colleghi.

La STO ha predisposto inoltre i tutorial degli applicativi del ministero, parimenti pubblicati sul sito, e i protocolli delle udienze civili e penali che la Commissione ha potuto discutere e mettere a punto in un apposito tavolo creato dalla Commissione stessa con la DGSIA e con il CNF.

Tali protocolli condivisi, frutto anche del lavoro compiuto sul campo da alcuni uffici e dal confronto con le esigenze che via via i colleghi ci rappresentavano, sono uno strumento che fornisce mere indicazioni operative con finalità di organizzazione delle attività giurisdizionali e che non limita in alcun modo l’interpretazione delle norme, rimessa ai magistrati.

Si tratta in particolare di:

Non è stato semplice portare a compimento questo lavoro in 8 giorni: un traguardo reso possibile dalla collaborazione e dall’impegno non solo dei magistrati segretari e dei componenti della Commissione, ma anche della DGSIA e dell’avvocatura che hanno partecipato con entusiasmo al progetto sempre con spirito collaborativo e pragmatico. Nel tavolo tecnico, con collegamenti da remoto, sono stati discussi tutti i contributi, senza i quali una delibera così articolata non avrebbe mai potuto vedere il traguardo.

La delibera parte da un contributo ricognitivo della normativa emergenziale che da ultimo ha riguardato la materia della giustizia (il DL n. 18/2020) e delle due fasi che essa ha individuato:

  1. rinvio delle udienze d’ufficio fino al 15 aprile salvo trattazione degli affari indifferibili;
  2. possibile rinvio, rimesso a misure organizzative che i dirigenti dovranno assumere (consultate le autorità sanitarie oltre ai capi delle corti dei rispettivi distretti) “necessarie per consentire il rispetto delle indicazioni igienico-sanitarie fornite (…) e delle prescrizioni adottate in materia (…) al fine di evitare assembramenti all’interno dell’ufficio giudiziario e contatti ravvicinati tra le persone.

Individua quali direttrici del proprio intervento, alla luce della normativa emergenziale:

Offre indicazioni relative:

Fornisce indicazioni per uffici in particolare difficoltà dettate alla luce della necessità di limitare il più possibile la mobilità sul territorio, e, quindi, raccomanda di far ricorso agli istituti: dell’ assegnazione di magistrato distrettuale; dell’applicazione infradistrettuale; delle tabelle infradistrettuali. Tale raccomandazione è corredata da relativa deroga contingente della disciplina ordinamentale di riferimento allo scopo di agevolare il ricorso agli strumenti predetti, che si raccomanda di utilizzare soprattutto per venire incontro alle necessità degli uffici minorili e di sorveglianza

Fornisce indicazioni relative al funzionamento dei Consigli Giudiziari e prevede:

Contiene, poi, alcune raccomandazioni finali e invita le istituzioni competenti (tra le quali in particolare segnaliamo il Ministero della Giustizia e la DGSIA, con cui il CSM interagisce in un clima di grande collaborazione):

  1. a garantire, con la massima tempestività e continuità, gli strumenti necessari e l’assistenza tecnica dedicata;
  2. a valutare le modifiche delle norme processuali necessarie a favorire, nella presente fase emergenziale, l’utilizzabilità nei procedimenti civili e penali, comprese le camere di consiglio, delle modalità di svolgimento da remoto;
  3. a promuovere il più possibile il lavoro da remoto anche delle attività del personale amministrativo.

* * *

 I lavori di Commissione

La Sesta Commissione sta lavorando da giorni con la SSM per anticipare ad aprile (e maggio), tramite "e-learning", alcune settimane di permanenza a Scandicci previste più in avanti, in modo da consentire ai MOT una maggiore presenza in ufficio quando, speriamo presto, l’attività giudiziaria tornerà a regime. Probabilmente la settimana prossima sarà varato un nuovo programma di tirocinio mirato. Occorre considerare che non è impresa da poco rivoluzionare l’assetto dei corsi di Scandicci (le nove settimane di permanenza nel mirato); trovare docenti disponibili; mettere a regime la formazione a distanza, non solo per le lezioni frontali, ma anche per i laboratori con i tutor; programmare i corsi prescindendo dall’evoluzione delle competenze che i colleghi avrebbero assunto con il tirocinio in ufficio. La Scuola, nonostante il personale ridotto per le turnazioni dovute al rischio epidemiologico, ci sta riuscendo con grande sforzo e grande fantasia di chi si occupa di formazione iniziale.

Siamo però convinti – e in tal senso si è espresso Ciccio Zaccaro in Commissione – che il CSM, considerando l’inevitabile prolungamento della sospensione dell’attività giudiziaria, debba proporre al legislatore di prorogare il tirocinio in misura pari al periodo di sospensione dell’attività giudiziaria. Altri componenti hanno una posizione più attendista. Anche su questo argomento si fronteggiano esigenze opposte: quella di garantire ai colleghi MOT un periodo adeguato di formazione negli uffici e quella di coprire al più presto con i MOT le tante vacanze degli uffici di frontiera ai quali sono destinati.

* * *

Stiamo affrontando una terribile crisi, che ci ha indotto a porre nell’incipit della delibera proposta dalla Settima Commissione un pensiero rispettoso e grato a tutte le vittime di questo feroce contagio, a quanti sono impegnati a contrastarlo con grandi sacrifici e rischi personali, ed ai dirigenti degli uffici giudiziari, ai magistrati, anche onorari, all’avvocatura, al personale amministrativo e di polizia giudiziaria, alla polizia penitenziaria e agli operatori penitenziari: a tutti coloro, insomma, che, in ragione dei diversi compiti e delle diverse responsabilità, negli uffici giudiziari e nelle carceri, stanno compiendo uno sforzo enorme, con abnegazione e in alcune sedi con rischi personali alti, per conciliare la risposta all’emergenza sanitaria con la necessità di assicurare il servizio della giustizia, mantenendo in questa emergenza saldi i presidi essenziali dello Stato di diritto.

Ci auguriamo come tutti voi che tanto dolore e tanti sacrifici possano trasformarsi anche in un’opportunità, come avviene per ogni evento che ci costringe a riflessioni e a introdurre cambiamenti in tanti aspetti della nostra vita personale e sociale.

Pensiamo anzitutto alla vita relazionale ed ai concetti di Solidarietà e di Comunità che forse già cominciano ad avere un senso diverso.

Ma forse si trasformerà in un’opportunità anche per la giustizia, per promuovere alcuni dei cambiamenti necessari (dalla valorizzazione del lavoro flessibile, alla diffusione della cultura dell’uso degli strumenti tecnologici) per un servizio giustizia più tempestivo e di maggior qualità nell’interesse dei cittadini.

Chiudiamo il nostro Diario con un pensiero di vicinanza e solidarietà ai colleghi del Tribunale di Milano, già provati dall’effetto di un contagio che proprio in Lombardia si è dimostrato più aggressivo, e che dovranno affrontare anche le conseguenze del violento incendio che ha interessato il settimo piano del palazzo di giustizia, distruggendo la cancelleria dell’ufficio GIP e redendo inagibili gli ultimi tre piani.

Sappiamo che nessuno si risparmierà per fronteggiare anche questa ulteriore emergenza, ed anche noi cercheremo di fare la nostra parte per rinnovare l’attenzione sul tema urgente della sicurezza dei palazzi di giustizia che si intreccia con quello di complicati riparti di competenze per la gestione degli immobili che ragionevolmente vanno ripensati.

 Vi racconteremo …

 Alessandra, Ciccio, Giuseppe, Elisabetta, Mario