OTTOBRE
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Diario dal Consiglio del 12 ottobre 2018

La sala del Plenum del Consiglio è intitolata a Vittorio Bachelet. Professore di diritto pubblico dell’economia all’Università  La Sapienza di Roma, attivo nell’Azione cattolica ed in seguito iscritto alla Democrazia Cristiana, viene eletto Vicepresidente del CSM il 21.12.1976. Viene assassinato il 12 febbraio 1980 dalle Brigate Rosse.

È un’aula, anche per questo, densa di storia istituzionale, di memoria del percorso democratico compiuto dal nostro paese nella cornice della Costituzione.

Nessuno ci può entrare a cuor leggero; e ciascuno di noi si sente investito della responsabilità di essere all’altezza di questa memoria e di questo percorso.

Abbiamo davvero cominciato ora.

Lunedì e martedì prime sedute di commissione. In un clima disteso abbiamo affrontato con i colleghi consiglieri e i diversi Presidenti il tema della reimpostazione dei lavori interrotti a fine consiliatura, ponendo, anzitutto, la questione della individuazione di criteri obiettivi per la riassegnazione delle pratiche pendenti e per l’assegnazione delle nuove; quindi quella della razionalizzazione degli ordini del giorno trasmessici venerdì, che, in quasi tutte le commissioni, erano, in realtà, costituiti da un elenco dell’intera pendenza; aspetto che (oltre ad averci spiazzato e costretto ad un lavoro paziente di lettura durante tutto il weekend) rende impossibile un’efficiente gestione del ruolo e un’adeguata preparazione delle pratiche. 

Entrati nel merito delle materie affidate alle diverse commissioni, abbiamo affrontato e deciso le prime pratiche. 

Come vi abbiamo comunicato abbiamo chiesto l’apertura di una pratica in III commissione per la modifica della circolare in materia di nomine in Cassazione e al Massimario: lo scopo è quello di garantire una maggiore prevedibilità delle decisioni del Consiglio, una attenta verifica delle capacità professionali degli aspiranti, una valorizzazione dell’esperienza giurisdizionale di merito, tanto più quando essa si correda anche dell’esercizio di funzioni di impugnazione. Si trattava di un obiettivo dichiarato in campagna elettorale, funzionale a correggere le disfunzioni (o i plateali abusi) cui si prestano le nomine di questo tipo che –  riguardando un unico concorso e per un unico ufficio – implicano un voto complessivo in commissione (c.d. pacchetto).  Sappiamo che si è aperto un dibattito interno sul tema che sarà certamente d’aiuto per noi quale strumento di approfondimento e di proficuo confronto per la migliore realizzazione dell’obiettivo.

 

La settimana è stata piena e a tratti frenetica, tra corse da una commissione all’altra, riunioni tra noi quattro, tra noi e i magistrati segretari, tra Presidenti di commissione e Vicepresidenza. 

Nella riunione con la Vicepresidenza abbiamo posto il tema della comunicazione all’esterno dei risultati dei lavori di commissione, che finora (soprattutto per la V) è stata caratterizzata da un inseguirsi di comunicati “di gruppo”, impegnati quasi in una gara contro il tempo per vantare presso i colleghi il primato della tempestività per la medesima notizia: un effetto inutilmente ripetitivo che, tristemente, però, rende plastica la divisione per schieramento anche per cose minute. Ci ha fatto piacere constatare per lo più una sensibilità comune su questo, e la disponibilità a trovare una forma di comunicazione unitaria, istituzionale e tempestiva.

 

Mercoledì, in una giornata tiepida e luminosa, siamo saliti tutti al terzo piano per il nostro primo Plenum nell’aula Bachelet. Chi disinvolto, chi litigando con il microfono tradito da un po’ di emozione, ogni relatore (eccezionalmente il Presidente delle relative commissioni in assenza di previa riassegnazione delle pratiche) ha illustrato le pratiche già fissate e quelle che si sono aggiunte all’ultimo momento (come da regolamento) perché urgenti e trattate il giorno precedente in commissione (come ad es. le proroghe di applicazioni).      

 

La questione più rilevante è stata quella relativa alla nomina del Presidente di sezione del Tribunale di Lecce. La pratica veniva da un rinvio dall'ultimo Plenum del precedente Consiglio e vedeva due proposte, una di maggioranza e una di minoranza. Come abbiamo già spiegato il giorno stesso, indipendentemente dal merito delle due proposte (che vedevano contrapporsi il collega Baffa e il collega Maritati) abbiamo ritenuto che la prima pratica di questa consiliatura in tema di nomine potesse essere una occasione per avviare - come ci siamo  impegnati a fare durante la campagna elettorale - un confronto costruttivo tra tutti i gruppi e ricercare, attraverso una comune assunzione di responsabilità, un metodo di valutazione e decisione che sottragga queste decisioni a logiche di contrapposizione e di schieramento, soprattutto grazie alla leggibilità e comprensibilità delle motivazioni che sorreggono la scelta del candidato che appare più idoneo rispetto alle esigenze di un ufficio tra TUTTI coloro che vi aspirano.

Per questo, dopo aver letto con grande attenzione le proposte, abbiamo valutato i profili critici dell’impostazione di entrambe le motivazioni: ridondanza degli argomenti,  mescolanza di fatti e valutazioni, fragilità e soprattutto sostanziale assenza del momento decisorio più qualificante, ovvero quello comparativo; non tra i due candidati oggetto delle due diverse proposte, bensì di ciascuno di questi con tutti gli altri - non pochi-  candidati pretermessi, i cui profili professionali  erano appena accennati (nonostante un’anzianità di servizio ed un’esperienza nella giurisdizione talvolta ben più lunga) a fronte dei profluvi di pagine dedicati ai due scelti. Ed abbiamo perciò deciso di chiedere che la pratica tornasse in commissione per dar modo a questa di approfondire il giudizio comparativo rispetto ai candidati rimasti esclusi senza adeguata motivazione. 

 

Siamo consapevoli che si trattava di una pratica non ideale per il proposito che ci ha animato perché la nota adesione dei due “proposti” a due gruppi associativi (Unicost ed Area)  poteva esporre le nostre ragioni a facili contestazioni di credibilità (a fronte di una proposta di minoranza ci si poteva attribuire il tentativo di ribaltare il risultato con il ritorno in commissione). 

Ma il fatto che si trattasse della prima pratica (quindi oggettivamente della prima occasione di affrontare il tema) e che si trattasse di una pratica che obiettivamente presentava quelle criticità della motivazione che il giudice amministrativo sempre più frequentemente censura, ci ha convinto che la limpidezza delle nostre  buone ragioni dovesse avere la meglio sul timore di dietrologiche ricostruzioni.

Abbiamo con soddisfazione trovato concordi due consiglieri laici ed i Consiglieri di A&I…ma non è stato sufficiente. 

Ci troveremo perciò costretti al prossimo Plenum – cui è stato rinviata la pratica perché non corredata dall’indicazione di due diversi relatori come di consueto – a confrontarci solo sulle due alternative.

Lo faremo nel rispetto dei criteri che devono governare queste decisioni che sono di stretto merito in relazione all’interesse dell’ufficio.

Nello stesso plenum si è trattata anche una proposta di risoluzione elaborata dal precedente Consiglio sulle rilevanti problematiche connesse alla imminente entrata in funzione della cd Procura Europea (EPPO). Lo scopo della risoluzione proposta dalla commissione era principalmente quello di individuare i numerosi problemi, di natura processuale e ordinamentale, connessi al nuovo istituto e di sollecitare l'avvio di un confronto con il Ministero per la individuazione degli interventi necessari. Nel corso della seduta il Vicepresidente ha informato il plenum in merito alla piena disponibilità da parte del Ministro della giustizia di avviare subito un tavolo tecnico con il CSM sulla questione. Anche in ragione di ciò è stato  deciso all'unanimità il ritorno in commissione della pratica.

  

L’impegno che vi abbiamo descritto è stato alleviato dalla leggerezza affettuosa di Mario, dalle battute di Ciccio (che l’Ale capisce sempre in ritardo), dai burberi richiami di Giuseppe a "restare sul pezzo", anche in momenti conviviali e di sereno “cazzeggio”, cui partecipano spesso anche i magistrati segretari (Giulia Spadaro, Teresa Iodice, Stefano Calabria, Alessandro Cimmino) e quelli dell’ufficio studi (Pina Guglielmi e Pasquale Serrao D'Aquino), sempre al nostro fianco.

 

Giovedì abbiamo incontrato i componenti di AreaDG del precedente Consiglio, Antonello Ardituro, Nicola Clivio, Valerio Fracassi, Piergiorgio Morosini e Fabio Napoleone. È stato un incontro particolarmente proficuo, oltre che molto piacevole e che si è protratto a lungo (hanno anche spazzolato tutti gli snack). Gli ex consiglieri ci hanno illustrato le questioni di maggior rilievo, dandoci preziosi suggerimenti e indicazioni. È stato importante per noi sentire la vicinanza e l'affetto di chi ci ha preceduto e che meglio di chiunque altro può comprendere il nostro stato d'animo in questa fase. Tutti gli ex consiglieri ci hanno sollecitato affinchè provvediamo al loro tempestivo rientro in ruolo. Lunedì pertanto chiederemo sia fissata in III commissione la relativa pratica. Li ringraziamo molto della disponibilità che ci offrono nel momento del “passaggio del testimone” ed anche del senso di responsabilità verso gli uffici che mostrano con questa sollecitazione.       

 

Questo giro siamo stanchini sul serio …e andiamo a casa con i pacchi di compiti.

 

 Vi racconteremo …Buon lavoro e buon week-end a tutti!

Ale, Ciccio, Giuseppe, Mario