Antonella Cioffi
Corte di Appello di Brescia
Premessa necessaria è che chi scrive è assolutamente contraria a qualunque forma di precariato (per quanto necessitato come nel caso delle assunzioni PNRR) non solo per motivi sociali ma anche perché l’esperienza dimostra che il precariato genera inefficienza organizzativa.
Le assunzioni a tempo determinato richiedono tempo e risorse per accogliere, integrare formare, organizzare, monitorare, persone che non resteranno nell’organizzazione neppure il tempo necessario a ripagare l’investimento fatto.
Tuttavia, a fronte delle varie ipotesi di stabilizzazione dei funzionari addetti UPP, è necessario sottolineare che le assunzioni per l’ufficio per il processo rischiano di pregiudicare le politiche di reclutamento del rimanente personale, le cui dotazioni organiche sono già gravemente carenti (con particolare riferimento alle regioni del Nord).
Basti pensare che le assunzioni a tempo indeterminato di 1.000 unità di funzionari addetti UPP per il processo penale, (art. 1 comma 27 legge 134 del 2021) e le 500 per il processo civile (art. 1 comma 19 della legge 206 del 2021) da destinare all’ufficio per il processo, sono state ricavate assottigliando il contingente dalle autorizzazioni all’assunzione del personale di cancelleria, di cui all’art.1 comma 858-60 della legge di bilancio per il 2021. Le assunzioni del personale di cancelleria autorizzate oltre gli ordinari piani sono diminuite da 3.000 a 120 unità (Per verificare è sufficiente controllare il testo originario e quello vigente del citato art. 1 del comma 858).
Se il trend è questo, ovvero assumere addetti UPP non prevedendo un ampliamento di piante organiche che preveda l’inserimento di nuove figure ma in detrazione alle capacità assunzionali esistenti, gli esiti di queste scelte incideranno pesantemente e non in senso positivo sulla complessiva organizzazione degli uffici perché, a meno di non credere che le attività di supporto al magistrato, oggi di quasi esclusiva competenza delle cancellerie, vadano avanti senza le persone che le svolgano, è evidente che gli addetti UPP diventeranno dei tuttofare per colmare i vuoti sempre maggiori delle cancellerie.
Quanto al profilo dell’inquadramento dei funzionari UPP in un Ufficio del Processo stabile e strutturato, ritengo che la declinazione delle mansioni previsto dal DL 80 debba essere demandata alla contrattazione, nazionale ed integrativa.
Il contratto collettivo nazionale di lavoro del personale del comparto funzioni centrali triennio 2019–2021 ha definito il nuovo sistema di classificazione del personale (art. 13) articolato in quattro aree, che corrispondono a quattro differenti livelli di conoscenze, abilità e competenze professionali:
- Area degli operatori
- Area degli assistenti
- Area dei funzionari
- Area delle elevate professionalità
Le aree sono individuate mediante le declaratorie che descrivono l’insieme dei requisiti indispensabili per l’inquadramento nell’area medesima. Le stesse corrispondono a livelli omogenei di competenze, conoscenze e capacità necessarie per l’espletamento di una vasta e diversificata gamma di attività lavorative.
In ciascuna area sono individuate le famiglie professionali ovvero ambiti professionali omogenei caratterizzati da competenze similari o da una base professionale e di conoscenze comune.
È questo lo spazio in cui definire la nuova figura professionale.
Ovviamente si tratta di definire la figura del Funzionario UPP in relazione alle altre figure professionali e coerentemente con i flussi di lavoro presenti negli Uffici giudiziari, che, approssimativamente, si possono identificare in:
- Flussi di lavoro a supporto della giurisdizione
- Flussi collegati alle attività amministrative contabili
- Flussi collegati alla gestione e supporto informatici
- Flussi collegati all’attività statistica/monitoraggio/controllo di gestione
- Flussi collegati alla gestione tecnica (manutenzione e gestione immobili)
Ragionando in termini di flussi di lavoro la creazione dell’UPP può essere l’occasione per una analisi organizzativa che investa l’intera filiera dei servizi di cancelleria così come sono attualmente organizzati partendo dal presupposto che anche servizi che non riguardano direttamente l’attività giurisdizionale incidono in ogni caso sui tempi del processo e sulla qualità del servizio offerto e che il tempo di lavoro “risparmiato” dalle cancellerie per quelle attività che saranno assorbite all’UPP, essendo parte integrante del processo di produzione del provvedimento del giudice, può essere utilmente impiegato in altri servizi quali l’esecuzione dei provvedimenti, il recupero dei crediti, le liquidazioni, ecc., tutte quelle attività che migliorano la qualità del servizio giustizia., così come percepito dai non addetti ai lavori.
L’ufficio del processo deve costituire l’unità organizzativa in cui si svolgono tutte le attività necessarie alla produzione della decisione del giudice, comprese le incombenze strumentali all’esercizio della giurisdizione quali le attività di gestione cartacea ed informatica del fascicolo nella fase di preparazione per l’udienza, nell’udienza stessa e nella successiva fase di scarico.
Le cancellerie diventano invece le unità organizzative dove si svolgono le attività che attengono alla fase introduttiva del processo (corretta iscrizione del fascicolo nei registri, controllo della documentazione prodotta, controllo del codice oggetto e al controllo fiscale del C.U.) ed alla fase post sentenza (pubblicazione, trascrizione, registrazione e corretto invio al Giudice del gravame).
Sono consapevole che questa visione dell’Ufficio del processo come unità organizzativa funzionale al lavoro gestito in team si contrappone a quella del funzionario Upp come assistente del singolo giudice.
Tuttavia è sulla scelta dei modelli più efficaci che si gioca la partita del governo degli uffici giudiziari finalizzata al raggiungimento degli obiettivi PNRR ed anche, e non secondariamente, ad un miglioramento complessivo del servizio giustizia.