Sea Watch, nulla può giustificare la violazione della Costituzione e delle norme internazionali

Vita, salute e libertà delle persone sono diritti non negoziabili che la politica non può strumentalizzare ai propri fini

Il divieto imposto dal Governo ai migranti della Sea Watch di sbarcare in un porto italiano per ricevere la necessaria assistenza ed esercitare il diritto di richiedere asilo e protezione, non solo costituisce un’inaccettabile violazione del principio di solidarietà che è base del patto sociale consacrato nella nostra Costituzione, ma integra una gravissima violazione degli obblighi imposti all’Italia dal diritto interno e  internazionale. Primo tra tutti, l'obbligo imposto dalla Convenzione internazionale sulla ricerca e il soccorso in mare del 1979 (Convenzione SAR) e dalle Linee Guida IMO. L’art. 10 della Costituzione garantisce inoltre allo straniero il diritto di asilo e alla protezione internazionale e la nostra Carta assicura allo straniero l'accesso ai diritti fondamentali, primo fra essi il diritto inviolabile alla libertà personale. Analoghi diritti sono assicurati dalla Convenzione EDU e dall’ordinamento dell’UE.  Non è dato comprendere sulla base di quali disposizioni e provvedimenti formali sia stato disposto il divieto di sbarco che, al momento, impedisce di prestare assistenza ai migranti della Sea Watch. Ciò determina una grave compressione del loro diritto di difesa, essendo preclusa la possibilità di adire l’autorità giudiziaria a tutela dei propri diritti. Nessuna ragione può legittimare la violazione  di norme costituzionali e internazionali, ancor meno quando, come è in questo caso, siano in gioco la vita e la salute delle persone (alcune delle quali minorenni) che non possono essere negoziate e strumentalizzate per finalità  politiche”. 

 

Cristina Ornano, Segretario di AreaDG
Maurizio Carbone, Presidente di AreaDG

28 gennaio 2019