Comunicato

Lo sgambetto alla Giustizia, nella legge di bilancio

Un silenzio assordante in merito alle misure di supporto finanziario per il funzionamento degli uffici giudiziari

L'art. 110 della Costituzione prevede che "Ferme le competenze del Consiglio superiore della magistratura, spettano al Ministro della giustizia l'organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia": ciò sta a significare che la principale funzione che la Costituzione attribuisce al Ministro è quella di garantire tutti gli strumenti perché gli art. 24 e 101 Cost. trovino concreta attuazione.
Sembra non avvedersene il Governo in carica che mostra di aver scelto l'abbandono della macchina giudiziaria.
Dall’insediamento del nuovo Governo, a fronte di impegnative dichiarazioni del Ministro in merito a disegni di riforma, si assiste ad un silenzio assordante in merito alle misure di supporto finanziario per il funzionamento degli uffici.
Quale il motivo di tale silenzio?
È presto detto: il Consiglio dei ministri ha approvato il DDL per la legge di bilancio per l’anno 2024 che non contiene misure di investimento per i prossimi anni per l’amministrazione della giustizia.
Nulla è previsto per la crescita del personale amministrativo in servizio da cui si pretende una profonda innovazione organizzativa.
Nulla per assunzioni future.
Nulla per il potenziamento della digitalizzazione degli uffici.
Anche se il Ministro, all’inizio dell’anno, aveva garantito che vi sarebbero state risorse per la giustizia ed in più di un’occasione ha ribadito che l’efficienza della giustizia è fondamentale per la crescita del PIL italiano.
Ma l’unico investimento per la giustizia nella legge di bilancio è il doveroso intervento per la magistratura onoraria di vecchia nomina, anche se sul punto sarà necessario attendere lo specifico intervento normativo per comprendere come verrà declinato l’utilizzo del fondo stanziato.
Fatta eccezione per tale misura, il Ministero della giustizia nel DDL all’esame del Senato è citato poi solo per la sua generosa partecipazione, assieme ad altri ministeri, alle politiche governative di spending review, con un taglio lineare di spesa per circa 55 milioni di euro per il prossimo triennio (https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01379124.pdf).
Forse il Ministro ed il Governo credono che gli scarsi investimenti del passato siano sufficienti, anche per i prossimi anni, a sostenere la necessità di innovazione del settore Giustizia?
Forse si pensa che alla Giustizia siano sufficienti le risorse provvisorie ottenute con il PNRR?
Il Piano di ripresa e resilienza è chiarissimo: le risorse che l’Europa ci ha attribuito su specifici progetti a sostegno della ripartenza del Paese devono esser affiancate da risorse di bilancio ordinarie e durature oltre che da nuovi investimenti rivolti a consentire di raggiungere gli obiettivi, mettendo a regime le misure organizzative introdotte grazie al PNRR.
Per queste ragioni Area Democratica per la Giustizia intende richiamare il Ministro e il Governo alle proprie responsabilità in materia di investimenti per gli uffici giudiziari.
Come si pensa di colmare gli enormi vuoti di organico di personale amministrativo senza alcun investimento, per la prima volta dopo anni, in legge di bilancio? 
La scopertura nazionale degli organici del personale superava, già ad inizio 2023, il 25 %, ma in alcuni uffici arriva al 40%, con la scopertura del fondamentale settore dei dirigenti amministrativi di oltre il 50%; a ciò si aggiunga che l’Amministrazione della Giustizia è uno dei settori con il più alto tasso di pensionamento del personale amministrativo.
E la linea di investimento per la digitalizzazione dei prossimi anni del ministero quale è?
Alcun fondo per la digitalizzazione è previsto né si prevede un rifinanziamento di quelli già esistenti e ottenuti nelle precedenti leggi di bilancio.
Si sviluppano nuovi sistemi informatici anche nel settore penale, con un avvio difficile e con una digitalizzazione sempre più dettata dal centro e senza coinvolgimento degli uffici.
Ma lo sviluppo di nuovi applicativi richiede risorse per la manutenzione degli stessi ed assistenza quotidiana.
Per l’informatica anche le risorse del PNRR sono in realtà ridotte rispetto alle altre misure, circa 423 milioni e non riguardano né lo sviluppo del PPT e del PCT né tanto meno la manutenzione dei relativi sistemi.  Mentre tali risorse avrebbero dovuto essere inserite nella legge di bilancio.
Anche l’Ufficio per il processo attende la messa a regime di questo nuovo e prezioso strumento. Il D.lgs. n.151 del 2022 ha già adottato questa scelta. Ma dove sono le risorse per ampliare le dotazioni organiche e per assumere a tempo indeterminato gli addetti all’ufficio per il processo, creando il naturale e dovuto sbocco lavorativo per i tanti giovani UPP che stanno oggi lavorando negli uffici?
Gli uffici giudiziari nonostante le carenze di organico e strutturali e nonostante la pandemia hanno lavorato in questi anni per rendere la giustizia più efficiente e proprio i dati pubblicati di recente dallo stesso Ministero in occasione del monitoraggio semestrale parlano chiaro in tal senso.
La durata del processo penale è diminuita rispetto al 2019 (epoca pre-covid) del 29 % superando già il target atteso nel 2026.
Quella del processo civile è sceso del 19,2 %, raggiungendo già la quasi metà del target atteso. L’indice di smaltimento civile è passato da 1.06 a 1,16 risultato tra i più alti degli ultimi anni.
Non potendosi ritenere che tali risultati siano connessi, se non in minima parte, al pur indispensabile lavoro degli addetti UPP a tempo determinato, arrivati da poco più di un anno ed i cui migliori risultati si vedranno necessariamente nei prossimi mesi, il significativo miglioramento delle performances è imputabile esclusivamente al lavoro degli uffici e dei suoi operatori, personale e magistrati.
Attendiamo di sapere se si intende supportare gli uffici perché questo lavoro prosegua.
Perché è chiaro che in assenza di investimenti il fallimento anche degli obiettivi PNRR per la giustizia sarà una certezza.
L’assenza di investimenti in legge di bilancio per la giustizia non è solo grave in sé perché priva gli uffici di risorse fondamentali ma anche perché tradisce una visione del Governo per cui la Giustizia non appare un settore fondamentale dello Stato e per la crescita del Paese.
Programmare la spesa con la legge di bilancio non è una operazione meramente contabile ma descrive una scelta politica nella quale si delineano le linee di azione del governo e del singolo ministero assicurandone la riuscita con i relativi investimenti.

L’abbandono al loro destino degli uffici giudiziari, del personale amministrativo e dei magistrati non è solo ingeneroso verso il loro impegno ma è uno strumento di delegittimazione della magistratura tanto quanto l'attacco ai magistrati che prendono decisioni non condivise dalla maggioranza di Governo.
Per questo AreaDG auspica che il Parlamento apporti le necessarie modifiche alla legge di bilancio.

13 novembre 2023