Comunicato

CSM: elezioni suppletive

Un rinnovato patto etico e una competizione reale per salvare l’autogoverno

La magistratura italiana si trova dinanzi ad uno snodo cruciale della propria storia nel quale la posta in gioco è altissima: salvare l’autogoverno e, con esso, l’autonomia e l’indipendenza.

In questa fase l’unica possibilità è quella di farsi protagonisti ed interpreti del cambiamento. 

Un cambiamento profondo che richiede, anzitutto, una vera - e non semplicemente declamata - presa di distanza da logiche spartitorie e di scambio che sono alla base di un sistema clientelare e carrieristico, che è esattamente la negazione del modello costituzionale di autogoverno.

La vicenda “Palamara-Ferri” rappresenta certamente un preoccupante salto di qualità che va ben oltre il fenomeno della degenerazione delle correnti e di un sistema rispetto al quale, comunque, tutti i gruppi della magistratura associata devono saper fare una sana autocritica, non solo per ciò che è stato fatto in passato, ma anche per non aver parlato e non aver vigilato quanto e come era necessario fare.

Non siamo tutti eguali: come AreaDG possiamo dire con orgoglio di essere stati lontani ed estranei a questa vicenda e, anzi, di averla avversata con i comportamenti; ma anche noi dobbiamo chiederci se e quando logiche di scambio e di appartenenza ci abbiano condizionato.

Di questa esigenza di cambiamento contro le vecchie logiche che, purtroppo, alcuni nella magistratura associata si illudono di poter ancora perpetrare, si è fatta protagonista la rinnovata GEC dell’ANM attraverso il rilancio dell’associazionismo giudiziario, l’avvio del confronto interno sul tema delle riforme e le iniziative intraprese in relazione alla tornata elettorale delle suppletive per la categoria del pubblico ministero.

Noi apprezziamo e ci riconosciamo nel percorso indicato dall’Associazione nazionale e ribadito nel CDC del 6 luglio scorso perché riteniamo che esso costituisca una ineludibile occasione di rilancio dell’autogoverno e dell’associazionismo giudiziario. E tale apprezzamento è stato condiviso anche da tutti i referenti territoriali di AreaDG in occasione dell’assemblea tenutasi  il 7 luglio scorso.

Nonostante la contrarietà espressa, finanche con toni sprezzanti, dal gruppo di Magistratura Indipendente nei suoi comunicati e negli interventi di alcuni suoi rappresentanti anche in occasione dell’ultimo CDC, la proposta dell’Associazione è stata accolta favorevolmente dalla gran parte dei magistrati, perché non solo le assemblee sezionali sono state partecipate come non mai, ma perché da esse sono emerse molte  vocazioni, così da far sperare che possa ampliarsi la platea delle candidature e possa essere favorita una competizione vera, secondo un metodo analogo a quello delle competizioni primarie che il nostro gruppo ha sempre richiesto all’ANM e che ha al suo interno praticato in occasione delle precedenti elezioni.

Auspichiamo che tutti seguano il percorso indicato dall’ANM, unica via in questo particolare momento storico, e nel breve tempo della campagna elettorale, per contrastare gli effetti perversi della pessima legge elettorale del 2002, che ha favorito gruppi di potere e con essi  pratiche clientelari.

Dare vita ad una competizione reale su un rinnovato patto etico e realizzare la più larga partecipazione dei magistrati, costituiscono oggi la migliore e concreta risposta ai tentativi in atto di distruggere l’autogoverno e per dimostrare la pericolosità di ogni progetto di riforma di legge elettorale che, con finalità sostanzialmente punitive, finisca per sottrarre ai magistrati il diritto, loro riconosciuto dalla Costituzione, di scelta dei propri rappresentanti al Consiglio Superiore. Ad iniziare da quel sorteggio – in qualunque forma concepito – che è foriero di gravi distorsioni e di rischi di degenerazioni ancor maggiori di quelle prodotte dalla legge in vigore.

Occorre, quindi, l’impegno di tutti i magistrati e di tutte le componenti della magistratura associata per far comprendere ai cittadini che meritiamo la loro fiducia. Perché la magistratura italiana è un corpo sano,  composto per la sua gran parte da magistrati onesti, preparati e laboriosi, i quali quotidianamente possono rendere giustizia con imparzialità perché indipendenti ed autonomi da ogni altro potere.

Ex malo bono: questo è il momento del rinnovamento che tale può essere solo se riguarderà tutti. Perciò, chi tra i magistrati e nei gruppi della magistratura associata si illude di poter fare solo finta di cambiare, ma nei fatti coltiva logiche stantie e vecchie pratiche, si assumerà la responsabilità storica di aver distrutto l’autogoverno e con esso uno dei pilastri della democrazia del nostro Paese.

9 luglio 2019