Area democratica per la giustizia è un’associazione di magistrati che sono convinti che la giurisdizione, come gli altri poteri dello Stato, debbano attuare non solo le norme ma anche i valori espressi nella nostra Costituzione. Il sistema del governo autonomo della magistratura, tutelando la autonomia e l’indipendenza dei magistrati, serve proprio a garantire la funzione che la Carta assegna alla giurisdizione. La magistratura ed il suo governo autonomo vivono un periodo difficile, schiacciati fra il revanscismo della politica e la difficoltà di fare giustizia nell’epoca dei “poteri selvaggi” che sfuggono alla sovranità nazionale e rispondono solo all’interesse di chi li esercita. Conosciamo i limiti ed i difetti del potere giudiziario e di chi lo amministra ma siamo certi che, se non ne fosse garantita l’autonomia ed l’indipendenza, le prime vittime sarebbero i cittadini più indifesi. Per ragionare su questi temi, ed anche altro, ospitiamo sul sito di Area DG una nuova rubrica, che sarà poi meglio strutturata nelle prossime settimane.
Giovanni Ciccio Zaccaro
“Maggio viene ardito e bello, con un garofano all’occhiello, con tante bandiere nel cielo d’oro, per la festa del lavoro” scriveva Gianni Rodari. Noi celebriamo la festa del lavoro con una testimonianza su cosa sia oggi la giurisdizione del lavoro
Fondata sul lavoro
Faccio il Giudice del lavoro da 29 anni. Sono tanti e sono gli anni di mia figlia grande. Ho imparato a fare il giudice del lavoro in parallelo con il mestiere di mamma. E mi sono sempre ritenuta fortunata per aver vissuto straordinarie esperienze ed esperimenti di condivisione nella sezione lavoro di Bari, dove sono approdata in un lontanissimo oramai 1994 Un ricordo per tutti.
Un gruppo numeroso di avvocati, magistrati che si ritrova un sabato mattina per elaborare insieme un protocollo, un progetto, in totale autonomia, per la sola voglia di confronto e di rendere un servizio migliore. Senza etichette, senza imposizioni.
La natura di comunità dei giuslavoristi si è incisa a fuoco nel mio essere. Ed è per questa identità comune che oggi dobbiamo combattere ancora insieme. Avvocati, magistrati, personale amministrativo, accademia. Perché a tutti noi spetta la vigilanza dei diritti, la cui soglia di tutela è stata sempre più incisa ed erosa dall’ evoluzione normativa di questi ultimi decenni. Nel rispetto e nell'amalgama dei ruoli e dei contributi di tutti. Solo così si può onorare questo primo maggio, la cui festa diventa ogni anno più complicato evocare. Perché oggi, se dovessimo individuare uno slogan per questa giornata potremmo dire: festa del lavoro … agile?
Al di là di quanto è stato scritto sulle nuove tipologie, le nuove forme di lavoro, quale lavoro ci consegna questo tempo?
Un lavoro che si è smarrito, stranito, un lavoro che perde sempre più progressivamente garanzie, ed idonei apparati di sicurezza.
I corrieri, i riders che ci consegnano le pizze, quelli delle partite IVA, quelli dello smart working che lavorano da casa e vivono in uno stato di tendenziale perenne connessione, chi sono per il mondo del lavoro? Soggetti invisibili, presenze solo incrociate, spesso ignoti al mondo della tutela e delle garanzie.
Per tutti loro, per le nuove generazioni, per la lotta alla cifra sempre più imperante della fragilità e della precarietà, la festa del Primo maggio deve essere momento di memoria ma anche per noi giuslavoristi di rinnovato impegno.
Nella consapevolezza, da riaffermare oggi più che mai, come insegna Luca Ratti, che “Il valore della dignità permea l’intera regolazione del rapporto di lavoro, a partire dalle sue originarie manifestazioni governate dall’autonomia collettiva, e sino alla stessa legislazione protettiva che mirava, appunto, a restituire dignità all’uomo che lavora. La relazione tra il valore della dignità e la disciplina lavoristica si è nei decenni rafforzata a tal punto da potersi concludere per una complessiva tensione del diritto del lavoro all’affermazione, protezione e promozione della dignità umana e sociale del lavoratore”.
Lilli Arbore
Presidente sezione lavoro Tribunale Trani
Area democratica per la giustizia è un’associazione di magistrati che sono convinti che la giurisdizione, come gli altri poteri dello Stato, debbano attuare non solo le norme ma anche i valori espressi nella nostra Costituzione. Il sistema del governo autonomo della magistratura, tutelando la autonomia e l’indipendenza dei magistrati, serve proprio a garantire la funzione che la Carta assegna alla giurisdizione. La magistratura ed il suo governo autonomo vivono un periodo difficile, schiacciati fra il revanscismo della politica e la difficoltà di fare giustizia nell’epoca dei “poteri selvaggi” che sfuggono alla sovranità nazionale e rispondono solo all’interesse di chi li esercita. Conosciamo i limiti ed i difetti del potere giudiziario e di chi lo amministra ma siamo certi che, se non ne fosse garantita l’autonomia ed l’indipendenza, le prime vittime sarebbero i cittadini più indifesi. Per ragionare su questi temi, ed anche altro, ospitiamo sul sito di Area DG una nuova rubrica, che sarà poi meglio strutturata nelle prossime settimane.
Giovanni Ciccio Zaccaro