Quale futuro per l’Europa?
Il 9 maggio 1950 è la data in cui Robert Schuman, politico francese, all’epoca Ministro degli Esteri, pronuncia pubblicamente nella Sala dell’Orologio, al numero 37 del Quai d’Orsay, il progetto di un’unione federale d’Europa al fine di favorire la cooperazione fra gli Stati del Vecchio Continente con l’auspicio di una durevole pace futura – solo il 9 maggio 1945 è la data della consegna di Hermann Göring agli Alleati, ad esito della definitiva capitolazione nazista – da realizzarsi anche attraverso la produzione comune di carbone e di acciaio.
Al discorso di Schuman segue la firma, il 18 aprile 1951, del Trattato di Parigi cui aderiscono Belgio, Francia, Germania Occidentale, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi, mentre la CECA entra definitivamente in vigore il 23 luglio 1952.
La pubblica dichiarazione Schuman passerà alla storia come il primo passo verso la creazione dell’odierna Unione Europea ed il Consiglio Europeo, riunito nel vertice di Milano del 1985, ha istituito proprio in occasione del 9 maggio la celebrazione della Festa dell’Europa.
Oggi, in vista del 9 maggio 2023, dobbiamo con tristezza affermare che il progetto di Schuman è fallito il 20 febbraio 2022 quando, con l’etichetta di operazione militare necessaria, la Russia ha invaso militarmente l’Ucraina causando da quel momento la morte di oltre 7.200 civili ucraini[1], di cui 468 sarebbero bambini, senza tralasciare 11.000 feriti, oltre alla caduta di oltre 200.000 soldati russi. Ricorrenti ed ugualmente atroci, anche se difficili da quantificare in uno scenario di guerra, sono anche gli stupri[2]: le donne ucraine, pur senza imbracciare armi, stanno combattendo un'altra battaglia, quella sul proprio corpo.
Violenze, soprusi e morti fra persone che, a prescindere dalla nazionalità, sono tutte genti d’Europa.
Dinanzi a queste atrocità viene spontaneo domandarsi cosa penserebbe Robert Schuman di questa Europa proprio nella giornata del 9 maggio e, allo stesso modo, per una fatalità di tragiche ricorrenze legate alla medesima data, sarebbe emozionante potere udire i pensieri di Aldo Moro e di Peppino Impastato, uccisi nello stesso giorno, in quella che in Italia a partire dal 2007 viene celebrata come la giornata a ricordo delle vittime del terrorismo interno ed internazionale e delle stragi.
Guerra, terrorismo, stragi, esecuzioni, violenze, stupri: tutto accade nella nostra civilissima Unione Europea a poco più di settant’anni dalle basi della sua creazione.
Chiara Semenza
Il Passato talvolta ritorna.
Se non ritorna, forse non è passato.
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