Farfalle in attesa di giustizia

Con la risoluzione 54/134 del 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito nella data del 25 novembre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: ricorre, infatti, in questo giorno l'anniversario dell'assassinio delle tre sorelle Mirabal, accusate dal regime di Rafael Leónidas Trujillo Molina di avere idee rivoluzionarie, così torturate ed uccise nel 1960 in Repubblica Dominicana. Patria, Minerva e Maria Teresa nascono nel 1925 a Salcedo in una famiglia benestante, cattolica e colta, dove sviluppano gusto artistico e senso critico, così da divenire sin da giovanissime ferventi oppositrici della feroce dittatura che dal 1930 affama il Paese.
Minerva e il marito, Mario Aurelio Tavárez Justo, fondano nel 1960 il movimento di opposizione al regime dal nome “14 de Junio” cui aderiscono tutte e tre le sorelle Mirabal con il nome di battaglia di “Las Mariposas” (le farfalle). Tuttavia l’opposizione ha vita breve, infatti già il 18 maggio di quell’anno Minerva e Maria Teresa vengono incarcerate e torturate, quindi rilasciate, per poi essere brutalmente uccise a colpi di bastonate, insieme alla terza sorella Patria, il 25 novembre del 1960 nel corso di un agguato compiuto da quattro sicari di Trujillo, facenti parti del servizio militare, a La Cumbre.

Dopo l’assassinio del dittatore, verificatosi solo alcuni mesi dopo il tragico agguato alle giovani militanti, la verità su quelle morti sospette è stata scoperta ed oggi a Patria, Minerva e Maria Teresa sono dedicate banconote con le effigi di farfalle, strade e città in nome della resistenza femminile.

Non tutte le donne vittime di violenze, soprusi e vessazioni hanno però la possibilità di essere ricordate nella storia, anzi la maggior parte di queste si spegne in silenzio, senza che alcuno ne rivendichi la morte e senza che sia fatta giustizia, come nel caso della pressoché dimenticata Palmina Martinelli, arsa viva a quattordici anni, a Fasano, l’11 novembre del 1981 poiché aveva rifiutato di prostituirsi.

Nonostante la giovane, poco prima di spegnersi, avesse rivelato il nome dei due artefici di quel gesto brutale, non venne creduta dal Giudice ed i due imputati vennero assolti dall’accusa di omicidio aggravato, mentre il fatto venne qualificato come suicidio; solo a distanza di anni, ad esito di nuovi accertamenti, è emerso come la giovane non si sia data alle fiamme da sola, ma sia stata arsa da terze persone, rimaste impunite.

A questa, come a tutte le tante, troppe altre farfalle che (ancor oggi) volano via deve essere rivolto il ricordo affinché non se ne perda memoria e venga resa giustizia.

Chiara Semenza

Il Passato talvolta ritorna.
Se non ritorna, forse non è passato.

Occuparsi di giustizia comporta anche conoscere il tempo e la storia, luoghi dove sono sorti i diritti, ma anche i bisogni e il sentire degli individui e delle collettività. Con “Ieri e oggi” facciamo un salto settimanale nel passato, un modo diverso per interrogarci sull’attualità.
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