Il ladro di bambini
(giornata internazionale contro il lavoro minorile)

“Bambino, se trovi l’aquilone della tua fantasia
legalo con l’intelligenza del cuore.
Vedrai sorgere giardini incantati
e tua madre diventerà una pianta
che ti coprirà con le sue foglie.”

 

Ai bambini appartiene la fantasia, il gioco, la leggerezza, riassunti nei versi della poesia Bambino di Alda Merini. Ma non tutti i bambini hanno una infanzia. Oggi, nel mondo, lavorano circa 218 milioni di bambini, tra i 5 e i 17 anni. La principale causa del lavoro minorile è la povertà che costringe le famiglie a mandare i figli a lavorare affinché questi contribuiscano al sostentamento familiare.

I bambini vengono così impiegati in piantagioni, discariche, miniere, fabbriche, nella prostituzione, oltre alle mansioni domestiche cui sono obbligate molte bambine (un dato “sommerso” che non figura nelle statistiche).

Il lavoro minorile, svolto a danno e pericolo di un bambino, in violazione del diritto internazionale e della legislazione nazionale, viene svolto, spesso, anche in forme “incondizionate”, ovvero in schiavitù.

Il lavoro minorile sottrae ai bambini il diritto all’istruzione, li espone a gravi pregiudizi psico-fisici: gli ruba l’infanzia ed il diritto alla felicità.

L’articolo 32 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC) sancisce “il diritto del fanciullo di essere protetto contro lo sfruttamento economico e di non essere costretto ad alcun lavoro che comporti rischi o sia suscettibile di porre a repentaglio la sua educazione o di nuocere alla sua salute o al suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale o sociale”.

Nel quadro dell’Agenda 2030, la comunità internazionale ha approvato l’obiettivo n. 8.7, ossia porre fine entro il 2025 al lavoro minorile in ogni sua forma. Un obiettivo, tuttavia, non raggiunto ed ancora lontano.

La tutela del lavoro è, in questi giorni, al centro della campagna referendaria, in cui 4 dei 5 quesiti si preoccupano di rafforzare i diritti dei lavoratori in caso di licenziamento (ripristinando la tutela reale, quesito 1, eliminando il tetto massimo del risarcimento in caso di licenziamento ingiusto, quesito 2), di incentivare i contratti a tempo indeterminato (ostacolando il ricorso ai contratti a termine, quesito 3), di rafforzare la sicurezza sul lavoro (aumentando le misure preventive e la responsabilità del datore di lavoro, quesito 4).

In occasione della Giornata Internazionale contro il lavoro minorile, che ricorre il 12 giugno, auspichiamo che, con lo stesso spirito che anima i comitati referendari, tutti i Governi del mondo si impegnino a ridare centralità ai diritti della persona e, fra essi, i diritti dei lavoratori e i diritti dei bambini, eliminando il lavoro minorile e, soprattutto, ponendo in essere tutti gli sforzi affinché nessuna famiglia sia costretta a cedere i propri figli per poter vivere.

Graziella Viscomi

Il Passato talvolta ritorna.
Se non ritorna, forse non è passato.

Occuparsi di giustizia comporta anche conoscere il tempo e la storia, luoghi dove sono sorti i diritti, ma anche i bisogni e il sentire degli individui e delle collettività. Con “Ieri e oggi” facciamo un salto settimanale nel passato, un modo diverso per interrogarci sull’attualità.
Attendiamo i contributi di tutti.

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