Area democratica per la giustizia è un’associazione di magistrati che sono convinti che la giurisdizione, come gli altri poteri dello Stato, debbano attuare non solo le norme ma anche i valori espressi nella nostra Costituzione. Il sistema del governo autonomo della magistratura, tutelando la autonomia e l’indipendenza dei magistrati, serve proprio a garantire la funzione che la Carta assegna alla giurisdizione. La magistratura ed il suo governo autonomo vivono un periodo difficile, schiacciati fra il revanscismo della politica e la difficoltà di fare giustizia nell’epoca dei “poteri selvaggi” che sfuggono alla sovranità nazionale e rispondono solo all’interesse di chi li esercita. Conosciamo i limiti ed i difetti del potere giudiziario e di chi lo amministra ma siamo certi che, se non ne fosse garantita l’autonomia ed l’indipendenza, le prime vittime sarebbero i cittadini più indifesi. Per ragionare su questi temi, ed anche altro, ospitiamo sul sito di Area DG una nuova rubrica, che sarà poi meglio strutturata nelle prossime settimane.
Giovanni Ciccio Zaccaro
L’esperienza di addetto all’ufficio del processo consente una diversa prospettiva sulla magistratura e sul funzionamento della giurisdizione a chi aveva prima svolto la professione di avvocato e suggerisce la necessità di una permanente e benefica alleanza fra tutti i protagonisti del processo.
Da avvocato ad addetto UPP: cambia-menti nel mondo della giustizia
Da avvocato civilista ritenevo, forse ingenuamente, che il superamento del concorso in magistratura rappresentasse, oltre che il raggiungimento di un traguardo professionale di eccezionale caratura, anche la porta di accesso per lo svolgimento di una attività, quella giurisdizionale, che immaginavo essere sì impegnativa ma comunque priva di tutte quelle criticità proprie della professione forense.
Già dopo i primi mesi di lavoro quale addetta all’ufficio per il processo, assegnata al settore civile, tuttavia, tale convinzione è venuta meno, essendosi sin da subito palesate le molte difficoltà che l’esercizio della funzione giurisdizionale comporta.
Tra queste, vengono sicuramente ad essere poco percepite dall’avvocatura sia la gravosità del “carico di ruolo”, sia l’indifferibilità delle molte scadenze che mensilmente gravano sui singoli magistrati del settore civile (quantomeno in un Tribunale di medie dimensioni) tra trattazione delle cause, scioglimento delle riserve, gestione delle istanze ed emissione di provvedimenti definitivi, costringendo, gli stessi, a ritmi di lavoro serratissimi. Il carattere incessante dell’attività giurisdizionale (di gran lunga superiore a quanto potessi immaginare da avvocato) si è delineato, tuttavia, nella sua reale portata soltanto all’esito del primo semestre da addetto UPP con la disamina dei dati emergenti dalle statistiche ministeriali, le quali, purtroppo non vengono adeguatamente condivise, a mio avviso, con gli Ordini Forensi di riferimento.
Da addetto all’ufficio del processo, difatti, avendo avuto accesso a tali dati, ho compreso non solo la soverchiante mole di lavoro che viene settimanalmente riversata sui singoli magistrati, ma ho anche capito che gli attuali tempi del processo non sono frutto dell’indolenza dei giudici assegnatari (come erroneamente ritenevo), ma necessitate da una serie di elementi estranei alla volontà dei magistrati, i quali, in realtà, sono essi stessi portatori di un interesse alla tempestiva definizione del fascicolo onde rispettare i termini di deposito previsti ex lege ed allineare la loro performance agli obiettivi fissati a livello ministeriale.
Condividere con l’avvocatura tali informazioni consentirebbe all’utenza, professionale e non, di comprendere e forse accettare tempistiche giudiziarie, che in assenza di tali elementi, io stessa, per anni, ho ritenuto oltre modo dilatate ed incomprensibili.
Un ulteriore profilo rispetto al quale la mia percezione è mutata attiene ai rapporti tra la figura del magistrato, la struttura organizzativa dell’Ufficio ed il personale amministrativo.
Da legale, difatti, non avevo consapevolezza di quanto strettamente il lavoro del magistrato fosse correlato al lavoro compiuto dal personale di cancelleria.
Al riguardo, premesso che i Palazzi di Giustizia sono popolati da personale che quotidianamente fa il proprio massimo per “mandare avanti” la macchina giustizia, l’avvocatura è eccessivamente ignara di quanto i cambiamenti che negli ultimi anni hanno interessato il procedimento civile abbiano investito anche il ruolo del cancelliere, trasformandolo da mero recettore materiale dell’atto cartaceo a soggetto che gioca un ruolo attivo nel P.C.T. A fronte di ciò, tuttavia, il personale amministrativo, pur volenteroso, risulta spesso privo di una formazione specifica (sia giuridica che informatica), e solo osservando l’incidenza che l’attività della cancelleria può produrre sull’attività giurisdizionale - soprattutto in riferimento ad attività compiute fuori udienza, quali ad esempio il vaglio delle istanze - ho compreso quanto spesso in passato avessi criticamente imputato alla magistratura la mancata disamina di questioni delle quali, come ho capito solo nel ruolo di addetto all’ufficio per il processo, il magistrato, spesso, non ha contezza sino al giorno dell’udienza (perché magari non ritenute istanze da parte della cancelleria o non messe in visione al giudice).
Anche in tal caso, una maggiore consapevolezza da parte dell’avvocatura dei molti limiti cui la funzione giurisdizionale è chiamata a far fronte, potrebbe determinare un circuito virtuoso nell’utilizzo degli strumenti informatici, così da ridurre e semplificare l’attività “interpretativa” della cancelleria e conseguentemente agevolare il lavoro della magistratura, ad evidente beneficio delle parti processuali.
Di converso ciò che non è cambiato nel corso di questa esperienza da addetto all’ufficio per il processo, è la consapevolezza, che già mi era propria da avvocato, che in assenza di una massiccia opera di reclutamento tra i ranghi della magistratura e del comparto giustizia lato sensu, oltre che di un investimento nella formazione del personale amministrativo, gli interventi normativi di carattere acceleratorio rispetto alla durata dei processi, susseguitisi nel corso degli anni, difficilmente raggiungeranno gli annunciati obiettivi di efficienza ed efficacia. Ciò non di meno, avendo personalmente esercitato la professione forense ed avendo avuto l’opportunità di osservare molto da vicino l’attività della magistratura, non posso non osservare quanto queste due professioni risultino al contempo così vicine ma così lontane; difatti, se la prima è troppo spesso solita abbracciare lo stereotipo del Giudice lento ed arrogante, la seconda sembra quasi rassegnata alle inefficienze del sistema, ed incapace di far comprendere all’esterno, a cominciare da chi gli è seduto davanti in aula, le innumerevoli criticità del proprio lavoro, rinunciando così ad un prezioso lavoro sinergico che potrebbe, forse, assicurare una più efficace risposta all’esigenza di giustizia dell’utenza.
Flavia Iacovella
Addetto UPP Tribunale Latina
Area democratica per la giustizia è un’associazione di magistrati che sono convinti che la giurisdizione, come gli altri poteri dello Stato, debbano attuare non solo le norme ma anche i valori espressi nella nostra Costituzione. Il sistema del governo autonomo della magistratura, tutelando la autonomia e l’indipendenza dei magistrati, serve proprio a garantire la funzione che la Carta assegna alla giurisdizione. La magistratura ed il suo governo autonomo vivono un periodo difficile, schiacciati fra il revanscismo della politica e la difficoltà di fare giustizia nell’epoca dei “poteri selvaggi” che sfuggono alla sovranità nazionale e rispondono solo all’interesse di chi li esercita. Conosciamo i limiti ed i difetti del potere giudiziario e di chi lo amministra ma siamo certi che, se non ne fosse garantita l’autonomia ed l’indipendenza, le prime vittime sarebbero i cittadini più indifesi. Per ragionare su questi temi, ed anche altro, ospitiamo sul sito di Area DG una nuova rubrica, che sarà poi meglio strutturata nelle prossime settimane.
Giovanni Ciccio Zaccaro