Intervento di Antonello Cosentino
“Signor Presidente della Repubblica,
desidero innanzi tutto ringraziarLa per la sua presenza in questa seduta, che onora il Consiglio Superiore della Magistratura e onora la Corte di cassazione.
Ho chiesto di intervenire nel dibattito sulla proposta di conferimento dell’incarico di Primo Presidente della Corte di cassazione alla presidente Margherita Cassano – proposta che ho avuto l’onore ed il piacere di concorre a formulare – per manifestare la mia grande soddisfazione e, al contempo, la mia acuta preoccupazione.
La mia grande soddisfazione non nasce soltanto dalla piena consapevolezza dell’altissimo profilo professionale ed umano della collega a cui il Consiglio si appresta ad affidare la direzione della Corte di cassazione; un profilo, desidero sottolineare, che emerge indiscutibilmente dalle carte ma che a me era ben noto, perché conosco la Presidente Cassano da oltre trentacinque anni, ossia da quando ebbi la fortuna di fare proprio con lei il mio uditorato, come allora si chiamava, in un ufficio, la Procura della Repubblica di Firenze, in cui incontrai straordinari Maestri, tra i quali non posso non ricordare, qui, almeno i nomi di Piero Vigna e di Gabriele Chelazzi.
Ma la mia soddisfazione nasce anche da altre ragioni:
- nasce dall’orgoglio – sì, proprio dall’orgoglio – di far parte del Consiglio Superiore della Magistratura sotto il cui governo una donna riesce ad infrangere il tetto di cristallo, diventando, per la prima volta nella storia italiana, Prima Presidente della Corte di cassazione;
- nasce dal clima di operosa concordia con cui la Quinta Commissione è riuscita a pervenire alla tempestiva formulazione della proposta per il conferimento dell’incarico nel puntuale rispetto del concitato calendario imposto dai tempi di insediamento di questo Consiglio;
- nasce dalla continuità che la nomina della presidente Cassano garantisce con l’opera del Presidente Curzio; un Presidente che voglio in questa sede pubblicamente ringraziare per tutto quello che ha regalato in questi anni – che sono stati anni di grandi innovazioni organizzative e culturali per la Corte di Cassazione – ai magistrati ed al personale amministrativo dell’Ufficio in termini di respiro culturale, di capacità di misurarsi col nuovo, di attenzione alle persone; un Presidente saggio; anzi, evocando il titolo di un libretto piccolo quanto prezioso proprio del presidente Curzio, quasi saggio. Grazie, Piero.
Alla soddisfazione, tuttavia, si affianca, come ho detto, una acuta preoccupazione.
La Corte di cassazione è da molti anni un ufficio in grande sofferenza. Un ufficio in cui le sopravvenienze sono superiori a trentamila procedimenti civili e cinquantamila procedimenti penali all'anno; non esiste altra Corte suprema al mondo con questi numeri; sono numeri evidentemente incompatibili con le caratteristiche del lavoro di una Corte di legittimità, la cui funzione è essenzialmente quella di offrire ai giudici di merito e agli avvocati orientamenti interpretativi stabili e, perciò, adeguatamente meditati.
Non è questa, evidentemente, la sede per aprire il discorso sui problemi della Corte di Cassazione; è un tema ormai antico ma ancora, purtroppo, drammaticamente attuale e sempre più attuale; è un tema che riguarda non solo i magistrati della Corte di Cassazione e della Procura Generale presso quella Corte, da anni ormai sottoposti ad una pressione lavorativa enorme; ma riguarda anche l’Avvocatura e riguarda tutta la società italiana.
È un momento di passaggio di grandissima difficoltà. Mi conforta il fatto che questo passaggio sarà gestito da una Prima Presidente di altissima qualità. Ma la Prima Presidente non potrà essere lasciata sola.
Il problema della Cassazione è un problema di tutto il Paese.