Spunti programmatici:
cosa fare, in concreto, al CSM

DISCREZIONALITA’ E RESPONSABILITÀ NELLE SCELTE

L’autogoverno ha una forte discrezionalità che deve essere esercitata con trasparenza e responsabilità.

Il primo requisito per favorire un corretto esercizio della discrezionalità è la trasparenza, quindi:

 

La discrezionalità deve essere esercitata con assunzione di responsabilità ma anche grazie a regole precise che ne favoriscano il buon esercizio.

Con particolare riferimento agli INCARICHI DIRETTIVI E SEMIDIRETTIVI, la normativa secondaria va modificata; si è riscontrato che il sistema del T.U. Dirigenza ha favorito la ricerca di incarichi e “medagliette”, senza verifica dei risultati, nell’ottica di una “carriera”, concetto che deve esserci estraneo.

Occorrono modifiche che prevedano:

 

Senza demonizzare i magistrati fuori ruolo, occorre prevedere lo svolgimento, prima di accedere ad incarichi direttivi o semidirettivi, di un congruo periodo nell’esercizio quotidiano della giurisdizione; in ogni caso, occorre: valorizzare, nel valutare la posizione dei magistrati fuori ruolo, gli aspetti relativi all’incarico ricoperto (il metodo con cui si è stati chiamati, la maggiore o minore “vicinanza” alla politica dell’incarico stesso; la tipologia dell’incarico e durata); dare prevalenza all’esperienza giudiziaria.

 

Punto saliente in tema di incarichi direttivi e semidirettivi deve essere però la modifica della procedura di CONFERMA: la conferma dopo il primo quadriennio deve diventare il momento cardine della valutazione, con valorizzazione dei pareri dei Consigli Giudiziari, possibile ampliamento dei poteri istruttori dei CG, in relazione da eventuali problematiche di gestione, pieno utilizzo delle fonti di conoscenza già in possesso del CG (progetti tabellari, variazioni, progetti organizzativi, ecc…).

VALUTAZIONI DI PROFESSIONALITÀ: SERIE E CONTESTUALIZZATE NELLA REALTÀ

I Consigli Giudiziari non sono organismi sanzionatori, ma organi di prossimità dell’autogoverno, che devono essere di aiuto al magistrato e all’ufficio per il migliore esercizio della giurisdizione.

La valutazione di professionalità deve essere svolta da un Consiglio Giudiziario che conosce funzionamento e complessità degli uffici del distretto e che sa calare la valutazione del singolo nella realtà dell’ufficio.

Eventualmente anche modificando il sistema delle valutazioni intermedie, occorre assicurare che i Consigli Giudiziari sappiano assicurare omogeneità e serietà nelle valutazioni, in modo che queste riflettano realmente il profilo professionale; parimenti, il CSM deve saper valorizzare il parere del CG.

Con particolare riferimento al tema della produttività, il parametro deve essere valutato spostando l’interesse dal singolo all’ufficio, ossia tenendo conto del servizio che – realisticamente – l’ufficio nelle condizioni date può rendere, definendo criteri di priorità e standard di rendimento compatibili con le risorse esistenti, i carichi e le sopravvenienze.

A questo proposito, il CSM deve saper sostenere, a fianco dell’ANM, la richiesta di interventi per il miglioramento e l’ampliamento delle risorse degli uffici, oltre che per la sicurezza nei palazzi di giustizia; deve altresì gestire con oculatezza e attenzione la riforma della magistratura onoraria, per la migliore organizzazione degli uffici e la qualità della giurisdizione nel suo complesso.

Ciò affinché i carichi di lavoro, spesso ingestibili, non privino il magistrato dei tempi necessari per esercitare una giurisdizione serena, con adeguati tempi di studio ed approfondimento.

 

MOBILITÀ: PER IL SERVIZIO E PER IL MAGISTRATO

In tema di mobilità il CSM deve attuare una politica che tenda a favorire la tendenziale stabilità della copertura degli organici, pur nel rispetto del pieno diritto dei magistrati alla mobilità.

In assenza di stabilità e minima copertura degli uffici, soprattutto medio-piccoli, è impossibile effettuare alcuna programmazione, e parole come programmi di gestione, piano delle performances, ecc…, sono parole vuote. In alcuni uffici, poi, si giunge alla impossibilità materiale di fronteggiare le sopravvenienze.

L’assenza di copertura degli organici incide sull’andamento del servizio ma anche sulla motivazione del singolo magistrato; soprattutto negli uffici più difficili, non possono essere lasciati soli magistrati spesso giovani ed al primo incarico. Proprio loro hanno estremo bisogno di avere un autogoverno forte, che sappia garantire un’idea alta di giurisdizione e nel contempo consentire loro di avere una vita personale sostenibile.

Occorre interloquire con il Ministero per una revisione degli organici davvero aderente alle necessità e specificità dei territori.

Occorre prevedere meccanismi per:

GIOVANI MAGISTRATI

Il giovane magistrato deve essere tutelato contro qualsiasi forma di gerarchizzazione o di richiami al conformismo e all’efficientismo, ed avere invece la possibilità di guardare all’autogoverno come la garanzia della propria indipendenza e sentire interamente il senso, il valore e la delicatezza della propria funzione, sentendosi parte di un corpo, la magistratura, diversificato solo per le funzioni svolte.

I giovani magistrati vanno tutelati, oltre che attraverso una completa formazione teorico-pratica, anche attraverso l’assegnazione graduale del ruolo in sede di prima nomina, e la possibilità per i MOT in prima nomina di scelta tra elenchi di sedi tendenzialmente omogenei tra i diversi concorsi.

Il CSM deve farsi promotore di una modifica normativa per portare a tre anni il termine di legittimazione per il trasferimento dopo la prima nomina.

LAVORO, GENERE E GENITORIALITÀ

La maternità e la genitorialità, come pure la malattia, devono cessare di essere eventi straordinari, che penalizzano il magistrato e l’ufficio, per essere disciplinati come situazioni ordinarie e strutturali, fronteggiabili dal sistema in via ordinaria; il CSM può rendersi promotore, a legislazione invariata, di meccanismi tali da garantire, in via ordinaria, interventi di supporto, a livello distrettuale, per far fronte alle temporanee assenze dei magistrati.

IL DISCIPLINARE

Il disciplinare deve mantenere rigidamente il binario dell’esclusivo accertamento della responsabilità del singolo, con particolare attenzione a che non si superi mai il confine rappresentato dall’attività di interpretazione di norme di diritto e di valutazione del fatto e delle prove, a meno che non si sconfini nel campo delle abnormità e delle arbitrarietà.

Anche in questo campo, l’attenzione deve sempre essere rivolta a collocare i fatti nel contesto in cui il magistrato opera.

LA DIFESA DELL’AUTONOMIA E INDIPENDENZA DELLE PROCURE E DEI SOSTITUTI

L’autonomia e l’indipendenza degli uffici di Procura e dei Sostituti costituisce un pilastro della nostra democrazia e compito dell’autogoverno è assicurare la sua strenua difesa dagli attacchi esterni e dai rischi interni di verticalizzazione e burocratizzazione.

Occorre che il percorso di selezione porti alla scelta di un Procuratore fortemente legittimato, autorevole e non autoritario, scelto, ove necessario, previa audizione degli aspiranti, valutato per le sue esperienze professionali.

Occorre evitare la gerarchizzazione delle Procure, prevedere meccanismi di interpello interno per gli incarichi, riavvicinare le Procure alla cultura tabellare, e prevedere che anche il programma organizzativo delle Procure passi dalla valutazione del CG e del CSM.

RUOLO POLITICO DEL CONSIGLIO

Il CSM deve avere un ruolo di interlocutore istituzionale nei confronti del Governo e del Parlamento sulle riforme in materia di giustizia, oltre che sulla indifferibilità di riforme e di investimenti nel settore, stante la drammaticità della situazione della giustizia in Italia

Deve altresì mantenere il suo ruolo di tutela dell’indipendenza e dell’autonomia del potere giudiziario.