COMUNICATO

Salvini rispetti la magistratura

L’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge impone l’obbligatorietà dell’azione penale. È compito della ANM e di tutti i gruppi che si riconoscono in essa intervenire a tutela di tali principi fondamentali

Dopo i gravissimi e violenti attacchi rivolti dal ministro dell’Interno Salvini alla magistratura e, in particolare, ai magistrati impegnati in due delicati procedimenti che lo vedono a vario titolo coinvolto, il ministro ha dapprima, con le dichiarazioni rese nella giornata di sabato, mutato toni e contenuti, esprimendo posizioni più consone al suo ruolo istituzionale ed ai limiti imposti dallo Stato di diritto, salvo poi contraddire se stesso nelle sue più recenti dichiarazioni, riproponendo l’ennesimo strumentale attacco alla magistratura.

Auspichiamo che tutti gli attori istituzionali agiscano e si esprimano in modo rispettoso delle prerogative e dei compiti della magistratura, così come impone il principio della separazione dei poteri consacrato nella Costituzione. Va respinto ogni tentativo di screditare una parte della magistratura presso l'opinione pubblica mettendone in dubbio l'imparzialità e l'indipendenza con l'accusa di una sua presunta "politicizzazione".

I magistrati italiani –tutti– operano per l'attuazione della Costituzione e per la tutela dei diritti ed esercitano il loro potere in ossequio al principio di eguaglianza dei cittadini davanti alla legge, che ha come suo primo postulato l’obbligatorietà dell’esercizio dell’azione penale nei confronti di chiunque, qualunque sia il ruolo rivestito. È compito dell’ANM e di tutti i gruppi che in essa si riconoscono intervenire per l’affermazione e la tutela di tali fondamentali principi. Sostenere e invocare, proprio in questo momento, un dovere di astensione dei singoli magistrati e dei loro gruppi dall’intervenire nel pubblico dibattito sui temi della giustizia e dei diritti è antistorico rispetto al ruolo da sempre svolto dalla nostra Associazione e ne tradisce i valori, tra i quali quello del suo rifiuto di qualunque forma di collateralismo con gli altri poteri dello Stato, con il rischio concreto di isolare i magistrati impegnati in inchieste delicate e scomode, oltre a danneggiare l’indipendenza e l’autonomia di tutta la magistratura e con essa la qualità della nostra Democrazia.

9 settembre 2018