COMUNICATO

Delitti puniti con l'ergastolo: escluso il giudizio abbreviato

Una riforma che può aggravare l'inefficienza della giustizia e i cui effetti, come opportunamente richiesto dalla componente di AreaDG nel CSM, devono essere monitorati

Il 2 aprile, il Senato ha approvato la norma contenuta nella proposta di legge di iniziativa parlamentare che esclude il ricorso al rito abbreviato per i reati puniti con la pena dell’ergastolo.

Si tratta di una disposizione che avrà pesanti ricadute sui carichi delle Corti d’assise, cui imporrà la celebrazione di lunghi e impegnativi dibattimenti penali per processi che, con la disciplina attuale, possono invece essere definiti in tempi molto rapidi con il giudizio abbreviato, assicurando in tempi ragionevoli una sentenza definitiva nell'interesse dell’imputato e delle stesse parti civili, così come l'attuale esperienza giudiziaria dimostra.

La preclusione appare del tutto incoerente col principio della ragionevole durata del processo, della riduzione dei tempi di custodia cautelare e frustra l’obiettivo della deflazione, che pure il Governo e il Legislatore, con altri interventi di vario segno, sostengono di voler perseguire.

Tale riforma non può trovare giustificazione nell'affermata esigenza di sicurezza e di inasprimento della pena in relazione a fatti gravissimi che turbano l’opinione pubblica. Va, infatti, ricordato che esiste già nel sistema la possibilità di irrogare la pena dell’ergastolo, anche nei processi con rito “abbreviato”, in caso di concorso di più delitti punibili con l’ergastolo o di concorso di un delitto punibile con l’ergastolo con uno o più delitti che importano pene detentive temporanee per un tempo complessivo superiore a cinque anni. 

Si tratta, quindi, di un intervento mai invocato dagli operatori del diritto e dal mondo accademico, i quali, anzi, indicano l’opportunità di una riforma nel senso dell’ampliamento del ricorso ai riti alternativi e che appare dannoso per l’efficienza della giustizia, contrario agli interessi delle parti coinvolte e di nessuna utilità per la sicurezza dei cittadini.

Esprimiamo perciò soddisfazione per l’iniziativa assunta dai consiglieri di AreaDG di chiedere l’apertura di una pratica in VII Commissione per il monitoraggio degli effetti della riforma.

Maria Cristina Ornano
Segretaria Generale di AreaDG

 

3 aprile 2019