ASSEMBLEA GENERALE - Napoli, 28 maggio 2017

Il mio contributo alla linea politica di AreaDG

di Stefania Starace
giudice del Tribunale di Napoli

È bello che il nostro gruppo abbia deciso di tenere il suo primo Congresso e sono felice ed orgogliosa che ciò sia avvenuto proprio qui a Napoli.

È un momento importante per la nostra crescita perché Area Democratica per la Giustizia non solo si presenta all’esterno, con un nome nuovo e come un gruppo autonomo da quelli fondatori, ma nello stesso periodo ha iniziato anche a raccogliere le iscrizioni, chiedendo quindi  un contributo ai suoi aderenti, proprio per essere indipendente anche economicamente dai gruppi originari.

È per questo che io, che non ho mai pensato di iscrivermi a MD o al Movimento per la Giustizia, ma ho sempre creduto nei valori di Area e partecipato alla vita di questo gruppo, sia in sede locale che nazionale, ora mi sono con convinzione iscritta ed ho accettato anche la proposta di candidarmi al Coordinamento Nazionale, per cercare di dare il mio contributo alla linea politica di Area.

Ritengo molto importante che Area non perda la sua vocazione all’apertura alla partecipazione di tutti i colleghi che si riconoscono nelle idee e nei principi espressi nella Carta dei Valori, indipendentemente dalla loro storia personale, e che quindi includa tutti coloro che hanno deciso di iscriversi,  ma anche quelli che non lo hanno ancora fatto, ma vogliono confrontarsi  con gli altri e partecipare alla vita del gruppo.

Questo Congresso è  un momento importante di affermazione e manifestazione della nostra idea di giustizia come servizio collettivo e come bene comune, della nostra idea di magistrato attento alla tutela dei diritti ed a cogliere le nuove istanze della società in trasformazione, del nostro ideale di magistrato professionale ed attento all’organizzazione del proprio ufficio, nonché consapevole del senso e degli effetti del proprio lavoro, oltre che sempre autonomo ed indipendente, capace quindi di realizzare pienamente nella sua attività i valori costituzionali.

Intendere la giustizia come un bene comune significa rifiutare una concezione burocratica e corporativa della nostra funzione, un’idea di attenzione esclusiva alla tutela dell’interesse del magistrato, cogliere quindi il senso e l’importanza del ruolo che svolgiamo e perseguire l’obiettivo del miglioramento dell’efficienza della risposta giudiziaria, in termini di tempi e di qualità delle decisioni.

Ciò comporta la necessità di compiere le necessarie rivendicazioni nei confronti della politica, soprattutto in termini di risorse umane e materiali da stanziare e di possibili riforme migliorative del servizio, ma significa anche rifiutare un atteggiamento meramente burocratico ed impegnarsi a fare  il possibile con le risorse a disposizione, contribuendo all’organizzazione del proprio ufficio e rispondendo sempre in modo professionale alle istanze dei cittadini, nonchè, per gli organismi di autogoverno, non rinunciare al compito di valutazione della professionalità dei singoli, alla scelta dei dirigenti più capaci ed a dare direttive chiare e precise per l’organizzazione degli uffici. 

Area può fare ancora tanto in questa direzione sia nell’associazionismo che nell’autogoverno e non deve temere di affermare i propri principi, evitando di rincorrere gli altri gruppi sul piano esclusivo della tutela sindacale del magistrato o della sua protezione dal giudizio disciplinare o da altri presunti pericoli per il suo percorso professionale oppure di partecipare in sede di autogoverno a scelte poco trasparenti o leggibili esclusivamente sulla base di logiche di appartenenza e non di tutela dell’interesse collettivo, e cercando di  avvicinando i colleghi giovani con iniziative volte a diffondere la propria idea di esercizio della giurisdizione.

Il Coordinamento precedente ha fatto molto ed è intervenuto a più riprese su diversi temi di attualità ed è importante continuare questo percorso, svolgendo al meglio il ruolo politico di raccordo con le istanze dei territori ed anche di sintesi tra le diverse sensibilità che possono manifestarsi su alcuni temi, soprattutto in una fase in cui usciranno dall’organismo i segretari dei gruppi fondatori.

È auspicabile che gli interventi del Coordinamento o del segretario siano tempestivi e condivisi e possibilmente non anticipati o smentiti da altri interventi dei segretari o degli organismi direttivi  dei gruppi fondatori, come purtroppo è troppo spesso successo, essendo auspicabile che le diverse sensibilità siano trasfuse nell’organismo collegiale  e sintetizzate dal Coordinamento.  

La mia precedente esperienza quadriennale nell’ambito del gruppo CDC di Area e della Giunta dell’ANM mi induce a credere nell’importanza del confronto e del dialogo all’interno di organismi collegiali e della necessità di fare squadra e di essere compatti, cercando la sintesi delle opinioni di tutti, piuttosto che le decisioni a maggioranza, e credo di poter dare una mano in questa direzione, se dovessi essere eletta.

Tra i temi che il Coordinamento si troverà ad affrontare presto vi è quello delle elezioni per il rinnovo del CSM e del metodo di scelta dei nostri candidati. Sul punto, io credo che quella dell’adozione del metodo delle primarie costituisca una scelta giustamente perseguita e rivendicata da Area e posta anche nella Carta dei Valori, perchè consente di far scegliere alla base degli elettori i candidati e di evitare o quanto meno limitare decisioni dall’alto.

Essendo rimasto invariato il sistema elettorale, non credo che vi siano i presupposti per rinunciare a questo metodo e penso che, così come avvenne nell’ambito del precedente CDC, Area dovrebbe spingere gli altri gruppi su questa posizione, cercando di convincerli ad effettuare delle primarie contestuali gestite dall’ANM. Se ciò non fosse possibile, credo che Area non possa rinunciare a proprie primarie, che dovrebbero essere allargate alla partecipazione di tutti gli aderenti alla carta dei valori e non solo agli iscritti.

Un discorso collegato è quello relativo alla mozione sulle quote di genere di risultato, a cui ho manifestato la mia adesione, in quanto condivido l’obiettivo politico di cercare di assicurare una rappresentanza paritaria dei due generi negli organismi istituzionali. Tuttavia, c’è un problema evidente di compatibilità delle quote di risultato con il meccanismo elettorale del CSM che non prevede liste contrapposte, con la conseguenza che si potrà tentare di assicurare la parità di genere soltanto tra i candidati che Area presenterà alle elezioni vere, auspicabilmente all’esito di primarie.

Ciò però rischia di ostacolare proprio il ricorso al metodo delle primarie, in particolare quelle gestite dall’ANM, in quanto è molto probabile che gli altri gruppi non accettino di far svolgere una competizione elettorale congiunta per la scelta dei candidati alle elezioni vere, condizionata nel risultato dalla presenza delle quote, e quindi rifiutino con questa motivazione la nostra eventuale proposta delle primarie.

Grazie di essere intervenuti, spero vi siate divertiti in questo week-end.