Corte di Appello di Lecce

Inaugurazione Anno Giudiziario 2019

Intervento del Consigliere Giovanni Zaccaro
Componente del Consiglio Superiore della Magistratura

Signor Presidente della Corte, Signor Procuratore generale, Signori Presidenti degli Ordini degli Avvocati, Autorità civili, religiose e militari, Signore e Signori ma soprattutto colleghe e colleghi, dirigenti, funzionari e personale amministrativo del distretto tutto, amiche ed amici tutti, vi porto il saluto del Consiglio Superiore della Magistratura.

 

Sono qui con molta emozione, non solo per il ruolo istituzionale che ricopro e per la solennità dell’occasione, ma perché, nemmeno dieci anni fa ero in quest’aula, in fondo, ad assistere all’Inaugurazione dell’Anno Giudiziario in qualità di giudice di questo distretto.
Un distretto nel quale mi sono formato come uomo e come magistrato e che gode di risorse umane e professionali preziose, come hanno appena dimostrato le parole colte ed appassionate del Presidente Tanisi.

Un distretto in cui lavorano magistrati che non rifuggono dalle responsabilità e che sono capaci di indagare anche all’interno dell’ordine giudiziario, liberi da condizionamenti o da tentazioni di difesa corporativa. Le recenti notizie di cronaca, al netto di tutti gli ulteriori necessari approfondimenti e degli esiti processuali, attestano la grande serietà e capacità di lavoro della magistratura salentina.

Anche per questo mi aggiungo al saluto del Presidente per i colleghi, in questo ultimo anno, cessati dal servizio.

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In queste occasioni, il rappresentante del CSM illustra il lavoro consiliare dell’anno passato.
Ci troviamo però all’inizio di una nuova consiliatura e dunque cercherò di individuare alcuni spunti che consentano anche una prognosi sui futuri lavori consiliari.

Raccomando, comunque, la consultazione del portale del CSM, che sempre più si organizza come una vetrina dell’attività consiliare destinata, nella parte pubblica, ai cittadini e nella parte riservata, ai magistrati.

Ebbene è unanime, sia nella componente togata che in quella eletta dal Parlamento, l’impegno a porre il CSM in continuo e leale dialogo con le altre figure istituzionali per contribuire a formare le linee guida sui grandi temi della giustizia e dell’organizzazione del sistema giudiziario, in una prospettiva che non si esaurisce nelle decisioni sui profili organizzativi e sullo status dei magistrati e non persegue un’efficienza formale, ma che mira a creare le condizioni per consentire alla giurisdizione di realizzare in concreto i principi di uguaglianza e di giustizia sociale affermati dalla nostra Costituzione.

 

Nell’ambito dei rapporti istituzionali, centrale appare l’attività consultiva del Consiglio mediante il ricorso al parere di cui all’art. 10, comma 2, della L n. 195 del 1958.
Si tratta di uno strumento di alta collaborazione e di raccordo per l’innovazione legislativa dell’organizzazione giudiziaria e dei settori normativi collegati. Come ricordato nella relazione di fine consiliatura, approvata dal Plenum il 25 settembre 2018, “… nei pareri espressi, la valutazione delle ricadute organizzative delle iniziative legislative non è stata mai disgiunta dalla considerazione degli aspetti sostanziali degli istituti riguardati dalle novelle, ponendo particolare attenzione al rispetto dei valori costituzionali, dei diritti di libertà e delle garanzie dei singoli”


Tra i più significativi pareri approvati nel 2018 ricordo quelli espressi in tema di riforma dell’Ordinamento penitenziario e, per quanto riguarda la nuova consiliatura, il parere sul c.d. decreto legge in materia di protezione internazionale e sicurezza, il parere sulla Procura Europea (EPPO), nonché sul disegno di legge in materia di prescrizione e anticorruzione, tutti approvati nello scorso autunno dal nuovo Parlamento. Richiamo soprattutto il parere in materia di protezione internazionale e lo faccio qui a Lecce perché il Salento, la Puglia, sono terre di accoglienza. Sono terre che hanno per prime, in Italia, visto arrivare le navi stipate con un carico di disperata umanità; hanno improvvisato forme di accoglienza e solidarietà sin dall’ultimo decennio del secolo scorso; hanno visto celebrare – e qui il ricordo torna all’esperienza professionale di tanti presenti – i processi per i disastri capitati in mare ai migranti e poi per le condizioni di schiavitù in cui sono stati ridotti. Processi che temo la cronaca vedrà ripetersi e che avrebbero destato l’orrore di un altro figlio di questa terra: Don Tonino Bello, nato nel basso Salento, Vescovo a Molfetta, ha speso la vita per costruire ponti ed abbattere muri ed oggi avrebbe ancora tanto da rimproverarci.

Ma sono anche altri i temi sui quali vi sarà un proficuo dialogo con l’Esecutivo. La recente approvazione nella legge finanziaria per il 2019 di un aumento di 600 unità di organico della magistratura ordinaria impone l’adozione di un metodo condiviso, nell’ambito delle rispettive competenze, con riferimento ai criteri di valutazione delle effettive necessità degli uffici giudiziari e ad una attenta interlocuzione con gli uffici giudiziari e con i Consigli Giudiziari, grazie anche alle possibilità di analisi garantite dai rispettivi organismi tecnici (DGSTAT e Ufficio Statistico C.S.M.). Il distretto di Lecce deve essere protagonista di questa interlocuzione.
Siamo anche consapevoli che il mero incremento delle piante organiche non sarà sufficiente se non sarà accompagnato da adeguati interventi infrastrutturali. C’è bisogno di aule dove svolgere udienze, di investimenti tecnologici. Proprio su questo punto, sono fondamentali le recenti relazioni sullo stato della giustizia penale telematica e sulla giustizia civile telematica. In entrambe il Consiglio ha preso atto dello stato dell’implementazione dei sistemi informatizzati, rappresentando la necessità – per il settore penale – della redazione di un piano strategico complessivo che sia posto a conoscenza degli uffici giudiziari, dei RID e del CSM; mentre, per il settore civile, ha invitato il Ministro della Giustizia a valutare l’opportunità di provvedere in ordine all’incremento delle risorse a supporto del processo civile telematico, con riferimento a dotazioni, formazione ed assistenza.

Altrettanto necessaria e fondamentale è l’interlocuzione con il Ministero della Giustizia per verificare gli effetti della riforma in materia di età pensionistica che riguarderà il personale amministrativo interessato.

L’auspicio è quello di tenere sempre alta l’attenzione su tutte le criticità della macchina giudiziaria e non solo su quelle relative alla giurisdizione strettamente intesa.

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Il Consiglio saprà anche essere vicino ai magistrati ed agli uffici giudiziari.

È in corso la procedura per i tramutamenti di primo grado, che si completerà entro la fine di marzo 2019 con l’auspicio che si risolvano i problemi di alcune sedi, fra tutte il Tribunale di Taranto, che soffrono di evidenti scoperture e per le quali è stato bandito un congruo numero di posti.

È ricominciata la riflessione sugli “Standard di rendimento” previsti dalla Legge n. 111/2007, con la costituzione di un gruppo di lavoro ad hoc, con il compito di riesaminare tutte le attività già svolte in questo decennio.

Quanto all’organizzazione degli uffici, l’impegno prossimo del Consiglio sarà quello di valutare con attenzione i piani organizzativi predisposti dagli Uffici requirenti, al fine di realizzare una interazione proficua tra tali Uffici ed il sistema di autogoverno (CSM e Consigli Giudiziari) e verificare la corretta applicazione della nuova circolare in materia.

Nell’anno passato sono stati indicati i criteri di adattamento e le previsioni integrative della predetta Circolare per completare l’assetto organizzativo degli uffici requirenti minorili.
La risoluzione ha sottolineato l’importante ruolo di raccordo che le procure minorili possono svolgere fra enti ed istituzioni che devono essere coinvolte nel sistema di cura dei minorenni e delle loro famiglie e l’ampiezza delle competenze proprie degli uffici requirenti minorili, che comportano necessarie e costanti interlocuzioni con operatori di ambiti diversi: le Forze dell’Ordine, i servizi socio-sanitari e la scuola, gli altri uffici giudiziari.

Si tratta di funzioni apparentemente neglette ma strategiche al fine di prevenire il triste fenomeno del reclutamento dei minorenni nelle organizzazioni di stampo mafioso, che ancora affliggono la nostra Regione, e di garantire la immediata presa in carico del disagio giovanile. In tempi di crisi economica e tagli della spesa pubblica, non possiamo dimenticare i doveri di cura ed educazione che abbiamo verso i cittadini del domani. Solo una sinergia fra tutte le Istituzioni e gli enti privati che se ne occupano può evitare il rischio di crescere cittadini, che sin nella “tenera età” si autopercepiscono come cittadini “di seconda classe”.

Completa il quadro degli interventi relativi agli uffici requirenti la risoluzione in tema di avocazioni, adottata nella seduta del 16 maggio 2018.

L’intervento consiliare muove dalla ricostruzione dell’istituto dell’avocazione per inerzia in chiave di sinergica cooperazione tra uffici, escludendo possibili ricostruzioni di tipo gerarchico – sanzionatorio. In questa prospettiva, è stata recepita l’indicazione del carattere facoltativo della avocazione per inerzia e sono stati elaborati criteri per una coerente attuazione, nell’attività di avocazione, di una “discrezionalità selettiva” che differenzi le ipotesi di effettiva inattività del Pubblico Ministero dalle situazioni di inerzia solo apparente. È stata inoltre esclusa un’automatica ricaduta, sul piano disciplinare, dei casi di avocazione.

Particolare attenzione il Consiglio ha prestato all’attività della Nona Commissione, nella consapevolezza della dimensione eminentemente sovranazionale dei Diritti umani, della necessità di una sempre più stretta relazione tra le istituzioni giudiziarie europee ed extraeuropee, a presidio dell’indipendenza e dell’autonomia delle magistrature nazionali, nonché per la indiscussa indispensabilità degli scambi culturali transazionali tra magistrati.
In questo quadro è stato stipulato un Protocollo di intesa con la Presidenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, al fine di rendere conoscibili gli orientamenti giurisprudenziali della Corte di Strasburgo e per monitorarne le ricadute anche sulla giurisprudenza di merito nazionale.
Parlando di diritti umani, la mente volge all’ottantesimo anniversario – appena trascorso – della vergognosa promulgazione delle leggi razziali, occasione nella quale il CSM ha pubblicato e diffuso il volume “Razza ed inGiustizia”.

Da questo prezioso volume traggo la riflessione di Liliana Segre, Senatrice a vita, sopravvissuta e testimone dell’immane tragedia della Shoah, con la quale ribadisco il saluto a tutti voi:

Conoscere la storia del proprio tempo non solo evita di ricadere in certi errori ed orrori, ma apre la mente al valore autentico di termini come “tolleranza”, “accoglienza”, “interculturalità”, “solidarietà”.

 

Buon lavoro a tutti quanti!

26 gennaio 2019